Che cos’è e dove si trova la porta dell’inferno? Sono sette e una di queste sta a Roma in uno dei luoghi più popolari della Capitale

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Dante Alighieri lo ha scritto nella sua Divina Commedia e i popoli nell’antichità credevano in un aldilà con tanto di inferno per i peccatori. Così la tradizione vuole che esistano sette porte che conducevano a quel luogo macabro e pieno di pene. A Roma ce n’è una ed è situata in uno dei posti più attrattivi della Capitale.

Porta dell’inferno a Roma: dove si trova e cos’è?

Situata all’interno del Colosseo, a partire dal Medioevo, sarebbero esistite sette porte per raggiungere l’inferno ed una di queste era incastonata tra le mura dell’Anfiteatro Flavio.

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L’arena accoglieva tra gli archi e i sotterranei le anime dei gladiatori che, dopo essere morti in modo violento e brutale, non riuscivano a raggiungere il riposo eterno e vagavano senza sosta e in piena notte nelle vesti di fantasmi.

Le porte del Colosseo erano due: la prima era la Triumphalis, a nord-est, porta d’accesso all’arena per gladiatori e animali; la seconda era la Libitinensis, porta consacrata alla dea Libitina, madre del passaggio verso l’aldilà.

Ed è proprio dopo questa che si poteva accedere allo Spoliarium, uno spazio in cui ai gladiatori moribondi venivano tolti i vestiti e le armature.

Porta dell’Inferno a Colosseo a Roma: la pratica per raggiungere l’aldilà

Si trattava di una pratica conosciuta per raggiungere l’aldilà. Le vittime che avrebbero dovuto raggiungere l’inferno spesso venivano sepolte sotto la sabbia dell’anfiteatro. C’è chi sosteneva che spesso si trattava di persone ancora vive.

Streghe al Colosseo e la leggenda sul nome

Inoltre, a partire dal Medioevo si credeva che il Colosseo accogliesse le streghe vista la crescita di diversi tipi di erbe, i cui semi avrebbero avuto molti benefici e sarebbero provenuti dal lontano Oriente. E secondo una leggenda, sembra che il nome attuale dell’Anfiteatro Flavio derivasse proprio da tale evento di stregoneria, in particolare gli stregoni sarebbero stati soliti domandare: “colis eum?”, cioè “lo adori?”, facendo riferimento al diavolo e alla magia nera.

FOTO: SHUTTERSTOCK