Un algoritmo rivoluzionario utilizza dati personali per predire la mortalità prematura con un’accuratezza straordinaria: dubbi sulle implicazioni etiche.

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Un nuovo algoritmo sta attirando l’attenzione nel mondo dell’intelligenza artificiale: è capace di prevedere la morte delle persone con una precisione senza precedenti. La svolta scientifica ma una svolta scientifica arriva da uno studio pubblicato sulla rivista Nature Computational Science che ha ottenuto grande attenzione sul Financial Times e altri media.

La ricerca potrebbe cambiare il modo in cui usiamo i dati per fare predizioni cruciali sulla vita e sulla salute.

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I ricercatori, provenienti dall’Università di Copenhagen e dalla Northeastern University di Boston hanno sviluppato questo algoritmo utilizzando una vasta quantità di dati provenienti dall’anagrafe nazionale danese. Questi dati comprendono dettagli come istruzione, lavoro, stato di salute e altro ancora, trasformando ogni evento della vita in ‘parole’ per l’algoritmo. Il risultato? Una previsione della mortalità prematura con un’incredibile precisione del 79%, superando di gran lunga altri modelli predittivi.

Intelligenza artificiale per predire e forse ritardare la morte: cos’è Life2vec

L’algoritmo Life2vec è un modello linguistico di grandi dimensioni che trasforma gli eventi della vita in parole, ma chiaramente non va inteso come un moderno Nostradamus in grado di predire l’ora esatta del nostro decesso. Bensì è capace di capire se andremo incontro a morte prematura rispetto alle aspettative di vita media.

Inoltre è anche in grado di predire sfumature della personalità, aprendo così nuovi orizzonti nell’ambito dell’intelligenza artificiale. Tuttavia, questa innovazione solleva importanti questioni etiche, soprattutto riguardo alla privacy dei dati. I ricercatori sono consapevoli di questi rischi e hanno mantenuto segreti sia l’algoritmo che i dati utilizzati.

La ricerca non si ferma qui. Oltre alle implicazioni etiche, questa nuova frontiera dell’intelligenza artificiale apre scenari non ancora del tutto esplorati. Potremmo utilizzare dati personali per predire non solo la mortalità, ma anche altri aspetti della vita delle persone.

Infine, resta da vedere se un algoritmo addestrato con dati danesi potrebbe essere efficace anche in altri contesti culturali ed economici, come l’Italia. Anche se alcuni aspetti della vita possono essere universali, altri dipendono fortemente dal contesto. Quindi, mentre questa tecnologia promette grandi progressi, è fondamentale affrontare in modo responsabile le sfide etiche e sociali che porta con sé.

Foto: Shutterstock