Roma si conferma essere un luogo pieno di segreti e aneddoti. Cosa è successo nella “pancia” del famoso cavallo del Vittoriano oltre un secolo fa?

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Roma si conferma essere un luogo pieno di segreti e aneddoti. Cosa è successo nella “pancia” del famoso cavallo del Vittoriano oltre un secolo fa?

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La storia del cavallo del Vittoriano

Il cavallo del vittoriano è ormai diventato un simbolo della città di Roma. La sua costruzione risale al diciannovesimo secolo, quando nel 1889 venne affidata allo scultore italiano Enrico Chiarodia. La scultura equestre, poi ultimata dallo scultore Emilio Gallori, fu realizzata grazie all’utilizzo del bronzo ricavato dai cannoni del Regio Esercito. L’opera arrivò a costare una cifra elevatissima per l’epoca, suscitando anche non poche discussioni in merito.

La statua è grande 16 volte di più rispetto a quella naturale e dedicata a Vittorio Emanuele II, in sella al cavallo. La realizzarono in una fonderia di San Michele a Ripa (Roma) e fu portata in Piazza Venezia, dove la assembrarono.

L’inaugurazione avvenne il 4 giugno 1911, ma prima di quella data, si verificò un evento molto particolare.

Il pranzo nella “pancia” del cavallo

Il lavoro per realizzare l’opera fu sicuramente molto lungo e faticoso, considerata l’imponenza della stessa. Molti furono gli operai impegnati giornalmente alla realizzazione. Quale miglior modo di ricompensarli se non con un ottimo pasto?

A febbraio del 1911, a lavoro quasi ultimato, infatti, gli operai coinvolti si sedettero per il consueto pranzo dopo aver ricevuto il cibo da un forno vicino. Questa volta, la scelta del luogo fu particolare.

Gli operai imbandirono una tavolata con tanto di sedie e lampadine per l’illuminazione all’interno della pancia del cavallo. La scultura era talmente grande da poter ospitare oltre venti persone contemporaneamente.

Si tratta senza dubbio di un pranzo originale, in una location ambigua, ma che regala a questi operai una pagina nella storia millenaria di Roma.