Per la prima volta la parola “strega” non sta a indicare un ideale romantico o la protagonista di un film: Giulia Paganelli ci dice chi erano veramente e come hanno pagato la loro libertà

E’ uscito il 31 ottobre, in occasione di Halloween, il nuovo podcast dell’antropologa e divulgatrice Giulia Paganelli, @evastaizitta: si chiama Herbariae – Streghe dell’anima mia ed affronta il tema delle streghe da un punto moltro pratico, lontano dai romantici simbolismi a cui siamo abituati.

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Le streghe le conosciamo tutti come parte dell’immaginario collettivo delle fiabe popolari, nei film e nelle serie tv più recenti: fuor di paranormale, assurgono a simbolo di donna libera e ribelle.
Ma chi erano veramente queste donne, queste herbariae, che hanno pagato a così caro prezzo la loro opposizione al potere?

Nel suo podcast Giulia Paganelli prova a rispondere a questa domanda, portando l’esperienza e la conoscenza accumulata come ricercatrice in Boemia, alle prese con carte e testimonianze della crudele caccia alle streghe e dei processi medievali.

Herbariae – Streghe dell’anima mia racconta in 9 episodi le streghe dal punto di vista culturale e narrativo, come straordinarie guaritrici, ostetriche, levatrici, e affronta la loro terribile persecuzione, analizzandone metodi e crudeli torture.

Il corpo fisico della strega – in particolare il corpo femminile – è infatti centrale nel ragionamento di Giulia Paganelli, così come il concetto di mostruosità e di libertà (spesso negata) di parola.

La Strega è, a tutti gli effetti, un corpo culturale, un corpo pieno di mente e la ricostruzione storica miscelata all’analisi antropologica ci rimanda un quadro ben più complesso ma allo stesso modo affascinante di quello che questa figura ha subito, ha indossato e ha sputato nel corso dei secoli.