Pablo Trincia rivela: «Il fratello di Elisa all’inizio non ne voleva sapere». E racconta di essersi commossa.

Pablo Trincia non ha bisogno di grandi presentazioni: personaggio tv, scenaggiatore e autore, è stato tra i primi in Italia a capire e sfruttare la grande potenzialità del podcast come mezzo di informazione e comunicazione. Fra i suoi molti lavori dui successo, l’ultimo in particolare, Dove nessuno guarda – Il caso Elisa Claps è diventato un vero e proprio caso editoriale.

Il podcast, che è diventato anche una docuserie Sky che andrà in onda 13 e 14 novembre, ripercorre l’incredibile storia di Elisa Claps, la ragazza scomparsa nel 1993 a Potenza e ritrovata vent’anni dopo, ormai mummificata, nel sottotetto della chiesa principale della città. Una storia fatta di omissioni, complicità, casualità assurde, che ha portato un enorme dolore alla famiglia di Elisa: non solo per la perdita così ingiusta della figlia per mano di un serial killer, Danilo Restivo, ma anche per gli anni di silenzi e indifferenza, durante i quali non hanno avuto una tomba da piangere e hanno continuato a lottare da soli, fra scetticismo e disinteresse.

Dove nessuna guarda, la bonus track

Per chi ha ascoltato il podcast evento Dove nessuno guarda – Il caso Elisa Claps, diventato un vero e proprio caso editoriale, c’è ora anche una bonus track, in arrivo dal 27 ottobre su skytg24.it e su tutte le principali piattaforme. Un episodio per scoprire tutti i retroscena sull’inchiesta che ha riportato al centro del dibattito pubblico uno dei casi di cronaca più oscuri nella storia del nostro Paese. 

In una lunga intervista con il vicedirettore di Sky TG24 Omar SchillaciPablo Trincia racconta curiosità e aneddoti sul dietro le quinte della lavorazione di una delle serie podcast più ascoltate di sempre, nel primo mese di lancio sempre al primo posto della classifica Top Podcast di Spotify e ancora oggi fra i primi dieci.

Un progetto crossmediale, tra podcast e tv, che ha sin da subito mostrato la complessità , a partire dai primi contatti avuti da Trincia con la famiglia Claps. “Avevo mandato un messaggio a Gildo (Claps, ndr) che aveva intenzione di rifiutare. Per fortuna un suo amico aveva appena ascoltato due miei podcast, lo guarda e gli fa Gildo sei matto? Chiamalo subito. Gildo si fida, mi ricontatta e gli spiego il progetto, ma se non si fosse trovato in compagnia di quell’amico in quel momento probabilmente non staremmo parlando di questo podcast”.

L’ultimo episodio del podcast

Un’indagine ricca e approfondita che ha cercato di far luce sui punti ancora oscuri di questo incredibile caso, senza mai tralasciare il lato umano dei protagonisti che hanno dovuto affrontare questa tragedia, come Antonio, il padre di Elisa. “Stavo lavorando all’editing e mi sono ritrovato a piangere quando Filomena (Claps, ndr) mi raccontava che Antonio diceva Mi hanno tolto la luce dagli occhi. Ho pensato a mia figlia…” racconta Trincia. “È stato molto doloroso, però anche bello, perché abbiamo restituito dignità ad un uomo e a una famiglia a cui era stata tolta”.

Poi ancora, sull’ultimo episodio, rilasciato in occasione dell’anniversario dei 30 anni dalla scomparsa di Elisa e interamente dedicato alla sua memoria, racconta: “Questa puntata ha colpito molto la famiglia, perché avevano perso la sua memoria, dopo tanti anni ad immaginarla scomparsa. Quello che è successo dopo era totalmente inaspettato. Io immaginavo che questo podcast sarebbe stato molto seguito, però poi ritrovarmi a guardare i video delle persone raccolte fuori dalla chiesa, con una cassa, in piedi, in silenzio per 50 minuti ad ascoltare un episodio… L’ho trovata una cosa di una potenza incredibile”.