“Il nuovo finanziere che ho rappresentato nel mio libro
non è quello che si fa di cocaina a Wall Street, ma quello che si nasconde perché ha un ruolo politico che nemmeno vuole”, ha raccontato Guido Brera, in una intervista molto profonda

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Il dirigente d’azienda e scrittore Guido Brera è l’ospite della nuova puntata del podcast “One More Time” di Luca Casadei, prodotto da OnePodcast e disponibile da oggi, venerdì 10 maggio, su tutte le piattaforme di streaming audio.

Un’intensa intervista quella tra Guido Brera e Luca Casadei dalla quale emerge la profonda umiltà di un uomo di finanza e di cultura che ha dovuto imparare a gestire il dolore. Tra carriera professionale e privato, Guido ripercorre la sua vita facendo un viaggio tra le tappe più importanti della suo successo senza mai cadere nell’ostentazione. Dalla passione per la finanza, con la creazione di importanti società di risparmio, alla pubblicazione nel 2014 del libro di successo “I Diavoli”, da cui poi è stata tratta la serie televisiva prodottada Sky Italia e Lux Vide interpretata da Alessandro Borghi e Patrick Dempsey. Dalla fondazione nel 2015 della casa editrice “La nave di Teseo” di Elisabetta Sgarbi, di cui fu promotore insieme a Umberto Eco, passando per separazione dalla prima moglie e il successivo matrimonio con Caterina Balivo.

Guido Brera, la finanza e il dolore

Guido Brera su come la finanza gli abbia insegnato a gestire il dolore:

«Se tu pensi di fare buoni investimenti, guardando dove guardano tutti, non li farai mai. Devi farli dove la gente non guarda, ma quando vai a vedere dove la gente non guarda per un po’ sei solo, quindi hai sempre tutti contro.

È lì che devi imparare a gestire il tuo dolore perché la solitudine – che io amo alla follia – quando si tratta di temi di investimento è una brutta bestia. E’ come quando in una regata tutti vanno da una parte e tu vai dall’altra ed è lì che ti spaventi, quando stai dall’altra parte da solo perché, se sbagli, sbagli grosso».

Sul suo libro “Diavoli”, pubblicato nel 2014 dalla casa editrice Rizzoli:

«“Diavoli” era un nome molto studiato: deriva dalla seconda legge della termodinamica secondo la quale non si può trasformare tutto quanto il calore in energia, a meno che non ci sia un diavolo che mette ordine tra le molecole calde e quelle fredde. Siccome quel diavolo non c’è, allora esiste la seconda legge della termodinamica, cioè, esiste l’entropia, il consumo di energia, etc. Perché chiamo diavoli i finanzieri? Perché, in quel gioco di prestigio che c’è dietro alla globalizzazione e alle banche centrali che stampano denaro per salvare l’economia, il finanziere diventa veramente un po’ un diavolo che si sostituisce alla politica. La finanza non era mai stata rappresentata come strumento politico. Il nuovo finanziere che ho rappresentato nel mio libro non è quello che si fa di cocaina a Wall Street, ma quello che si nasconde perché ha un ruolo politico che nemmeno vuole».

La Nave di Teseo, Elisabetta Sgarbi, Umberto Eco

Guido Brera racconta poi della sua esperienza con la Nave di Teseo e quando ha capito chi fosse veramente Umberto Eco:

«Elisabetta Sgarbi ebbe l’idea de “La Nave di Teseo” e io, devo dire la verità, fui tra i primi ad appoggiarla, fummo tra i fondatori nel 2015. Entrai come scrittore e come primo investitore.

Ci fu un episodio molto bello: durante una riunione, si discuteva su cosa rispondere a giornalisti se ci avessero chiesto come mai avessimo fondato La nave di Teseo e ci fu tutto un giro di tavolo, eravamo una decina e ognuno diceva “Io direi questo o quest’altro” e poi parlò Eco e lì capii chi fosse Eco: “avete detto tutte cose giuste, sono d’accordo. Però rispondete così: perché si deve”».

Sul suo primo matrimonio e sui motivi che hanno portato alla separazione:

«Con Giuliana ho un rapporto sano, bello e ci vogliamo bene. Quando ci siamo innamorati eravamo due ragazzini.

La vita a volte ti porta a dover crescere ed è lì che si ruppe, secondo me, la magia tra di noi. Io mi ricordo che andavamo a Londra in ufficio e in università con i pattini. Poi dopo i pattini non li puoi più usare perché devi correre a casa e hai delle responsabilità.

Ecco, la presa di responsabilità è stata la cosa che ci ha fatto separare. Ho lottato anni per non separarmi, ma vedevo che lei non voleva rimanere. E’ un essere abbastanza libero, questo legame le pesava moltissimo e ha scelto la libertà».

La religione e la seconda moglie, Caterina Balivo

Sul suo credo e sulle contraddizioni della Chiesa:

«Io sono credente e praticante, però reputo che la Chiesa commetta un grave errore: è vero che puoi essere perdonato, ma – se ti sei risposato o se ti separi – vieni “messo fuori”, perché non puoi fare la comunione. Il cristianesimo ha il perdono, tu puoi sbagliare e Cristo ti libera dai tuoi peccati, scommette sull’uomo e dice: “tu puoi sbagliare e puoi ricominciare anche a 90 anni”.

Ogni tanto mi dicono di chiedere l’annullamento del mio primo matrimonio, ma io ci ho creduto quindi perché lo dovrei annullare per essere riaccolto dalla Chiesa? La trovo una contraddizione».

Sull’incontro con l’attuale moglie, la conduttrice Caterina Balivo:

«Io ero in una barca con delle mie amiche che mi hanno mostrato una foto con questo bellissimo ragazzo napoletano sul giornale e dissi: “Però, pure lei non è male”. Dopo qualche mese, incontrai la ragazza della foto, Caterina, di persona. A me piacque tanto perché era molto solare. Le scrissi una lettera e poi ci fu una bellissima cena con lei. Lì vidi la donna che in realtà era, che sapeva molto bene alternare e modulare la superficialità di quel mondo dello spettacolo con una parte molto profonda».