A due ore da Roma, sull’Isola Maggiore, una cappella segreta custodisce il “tesoro” di San Francesco tra pace spirituale e un silenzio mistico.

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Basta allontanarsi di un paio d’ore dalla Capitale, per trovare una cappella segreta che, nel cuore dell’Umbria, ci regala un luogo dove leggenda, fede e natura si incontrano: stiamo parlando dell’Isola Maggiore sul Trasimeno, dove i boschi sembrano sospesi nel silenzio e un piccolo sito dell’anima custodisce una storia antica, legata a uno dei santi più amati e venerati della storia. Un angolo remoto, lontano dalle rotte turistiche, dove il vero “tesoro di San Francesco” non è fatto d’oro, ma di pace e spiritualità.

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La cappella segreta di San Francesco sull’Isola Maggiore: un luogo dell’anima avvolto dal mistero

Andiamo con ordine e partiamo dal principio. Secondo la tradizione, San Francesco d’Assisi approdò sull’Isola Maggiore durante la Quaresima del 1211.

Giunto di nascosto in barca con un amico, vi trascorse quaranta giorni di digiuno e preghiera, portando con sé solo due pani — di cui, al termine, ne rimase uno e mezzo. I racconti dei Fioretti parlano di una tempesta sedata miracolosamente e di un coniglio selvatico che, liberato dal Santo, tornò più volte a cercare rifugio tra le sue braccia.

Il punto dello sbarco, riconoscibile per una roccia che secondo la leggenda conserva ancora le impronte delle sue ginocchia e dei gomiti, è stato per secoli meta di processioni. Lì sarebbe sgorgata anche una fonte scavata con le sue mani.

La cappella nascosta e il “tesoro” spirituale del Santo

A breve distanza dal punto dello sbarco, immersa nel verde, sorge la Cappellina dello sbarco. In origine una cavità naturale, fu trasformata nei secoli in un piccolo luogo di preghiera, oggi protetto da una struttura in muratura. All’interno si trova la pietra su cui, secondo la tradizione, Francesco pregò e riposò, utilizzandola come giaciglio.

Questo angolo remoto, lontano dai sentieri più battuti, è avvolto da un silenzio denso e meditativo. Non vi sono ricchezze materiali, ma il “tesoro” che offre è la stessa sensazione di raccoglimento e armonia interiore che ha accompagnato il Santo otto secoli fa.

Photo Credits: Alessia Malorgio