“Preferisco non sentire Conte e non averti in quell’assembramento”. Myrta Merlino censura il premier a Genova, ritirando l’inviato de L’Aria che Tira.

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L’attesissimo varo dell’ultima campata del nuovo Ponte Morandi di Genova ha visto la presenza del premier Giuseppe Conte, ma anche un momento davvero strano in occasione della sua presenza nel capoluogo ligure: a notarlo è stata la giornalista Myrta Merlino a L’Aria che Tira. Ma cosa sarà mai successo durante la presenza del capo del governo a Genova? E perché mai la conduttrice è sbottata in tv?

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Il premier a Genova circondato da una folla di persone

Andiamo con ordine. L’annuncio della Fase 2 della quarantena per l’emergenza coronavirus non ha eliminato il divieto di assembramenti né la necessità di osservare una distanza di sicurezza di almeno un metro.

Norme sacrosante che, però, osservando il filmato di Conte a Genova appaiono completamente disattese. Nel video si vede infatti un enorme accalcamento intorno allo stesso premier, circondato da operai, giornalisti, cameraman… Un vero e proprio assembramento provocato dalla presenza di chi gli assembramenti li ha vietati.

Myrta Merlino sbotta in tv e censura Conte a Genova

Sarà per questo che, durante la presenza di Conte a Genova, Myrta Merlino ad un certo punto è sbottata in tv, arrivando a richiamare l’inviato del suo programma.

Ad un certo punto, infatti, la conduttrice de L’Aria che Tira non ne ha potuto proprio più delle immagini che scorrevano a schermo, pronunciando alcune semplici parole: Posso dire una cosa? Non me ne frega niente. Preferisco non sentire Conte e non averti in quell’assembramento. La trovo una cosa completamente ridicola”.

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fonte: Twitter

Una presa di posizione forte, rimarcata qualche momento dopo, quando la Merlino ha voluto dare il suo commento finale alla scena: “Una follia quest’assembramento, trovo vergognose queste immagini”.

In effetti, il fatto che non si sia evitato l’assembramento fa fermare a riflettere e rimarca alcuni problemi delle precauzioni in materia di coronavirus, che a Genova sono state quasi del tutto ignorate.

Foto: Kikapress