Si era parlato a lungo dei semafori intelligenti di Google che dovevano impiantare nelle strade della capitale per decongestionare il traffico. L’accordo sfuma in un nulla di fatto.

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Si era parlato a lungo dei semafori intelligenti di Google che dovevano impiantare nelle strade della capitale per decongestionare il traffico. L’accordo sfuma in un nulla di fatto.

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Cosa prevedeva l’accordo tra Google e Campidoglio?

Il traffico a Roma ha sempre rappresentato un problema per i romani e per le istituzioni, che faticano a trovare una soluzione. L’accordo con Google per rinnovare i semafori delle strade della capitale sarebbe stato non solo un primo grande passo nell’hi-tech, ma una soluzione al problema del traffico.

L’accordo iniziale prevedeva proprio l’aiuto di Google alla città di Roma nella decongestione del traffico, attraverso l’impianto di nuovi semafori intelligenti. Il comune di Roma avrebbe, in cambio, dato il lasciapassare a Google a prendere visione e analizzare i filmati che i semafori intelligenti avrebbero prodotto. Che sia forse questo l’ostacolo alla risoluzione dell’accordo, un problema di privacy?

La situazione adesso è in stallo e la chiusura dell’accordo sembra sempre più lontana.

Semafori intelligenti, dove servirebbero?

Sono molti gli snodi del traffico di Roma che necessiterebbero di una regolazione migliore. I semafori intelligenti di Google, in questo senso, avrebbero potuto aiutare, non poco. Ne è un esempio Via del Porto Fluviale, nel quartiere Ostiense, da molto tempo considerata una delle vie più trafficate di Roma, spesso causa di congestioni e lunghe code di attesa a bordo della propria vettura.

Un altro esempio lo porta Piazzale Appio che, con la sua alternanza di semafori rossi e verdi, contribuisce a creare code e un traffico di difficile gestione. Lo stesso discorso vale per le aree del centro, dove la linearità del traffico è linfa vitale per il benessere dei cittadini che percorrono le strade della capitale a piedi.