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Al via ieri la XIV edizione del RIFF, il Roma Indipendent Film Festival. La kermesse, questo anno lanciata con il titolo ‘Usare con prudenza, crea (in)dipendenza’, promuove il confronto tra produttori affermati e giovani sceneggiatori  e si svolgerà nella capitale fino al prossimo 15 maggio.

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Tanti i nomi famosi tra gli attori in concorso, da Luca Argentero a Valeria Solarino, passando per Alessandro Haber, Franco Nero e Sandra Milo, ma, anche, una giuria internazionale di tutto rispetto. Troviamo, infatti, il compositore Louis Siciliano, il fotografo Philippe Antonello, collaboratore di Gabriele Salvatores, Pupi Avati, Nanni Moretti e Mel Gibson, la produttrice Ines Vasiljevic, il documentarista Antonio Pezzuto, l’attrice giapponese Jun Ichikawa, l’autore di Rai 3 Fabio Mancini, il regista Gianfranco Pannone e, per finire, l’attrice indiana Vishakha Singh.

Ed è proprio questa ultima che abbiamo incontrato in occasione della conferenza stampa del festival.

 

La star di Bolliwood classe 1987, ex modella e ora attrice e produttrice, è stata scoperta dal famoso regista Ashutosh Gowarikar che l’ha portata alla celebrità con la pellicola “Khelein Hum Jee Jaan Sey”, per la quale nel 2011 ha ricevuto una nomination come migliore attrice agli Stardust Awards, ovvero gli Oscar indiani.

Nel suo paese, però, Vishakha non è conosciuta solo per la sua bellezza e il suo talento recitativo: è nota anche per il suo impegno a favore della difesa dei diritti umani e, in particolare, della dignità delle donne.

Qui si troverà a dover giudicare più di 100 film e documentari indipendenti: noi le abbiamo chiesto che tipo di giurata intende essere. Promette una selezione semplice, come semplice ritiene la sua persona ma ci rivela che non mancherà di essere anche un po’ critica: “la mia selezione sarà qualcosa come un click, dovrò giudicare un film, il suo  messaggio, e dovrò guardare bene a come il regista ha raccontato la sua storia. Questo è tutto quello che conta per me”.

Al termine della rassegna capitolina, poi,  l’attrice sbarcherà in Francia al Festival del Cinema di Cannes a cui partecipa per il quarto anno consecutivo e che lei stessa definisce “il più grande festival del mondo in tema di glamour”. La Singh ci tiene, però, a sottolineare al nostro microfono che non bisogna farsi abbagliare da questo aspetto dell’evento perché “ c’è anche molto duro lavoro che avviene per la maggior parte durante il ‘mercato dei film, una sorta di backstage del festival stesso dove i produttori prendono accordi”. “Il festival di Cannes è come una grande vetrina”, ha aggiunto l’attrice, “che ti cambia la visione del mondo, perché vedi tanti talenti che ti invogliano a fare meglio”.