La stazione di Roma Termini è una tra le più grandi d’Italia: ecco alcune curiosità sul nome, origine e altri dettagli

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La stazione di Roma Termini è la più grande d’Italia e in molte occasioni è stata scelta come set cinematografico da noti registi che hanno lavorato nella Capitale.

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Protagonista di importanti cambiamenti, nel corso degli anni si è trasformata, fino ad oggi con una superficie di 25 000 mq.

Perché la stazione di Roma si chiama Termini?

La maggior parte delle persone crede che la stazione di Roma Termini si chiami così perché allude alla “meta finale”. In realtà, la parole termini deriva dal latino thermae e fa riferimento alle antiche Terme di Diocleziano situate nel quartiere di Piazza dei Cinquecento.

Quanti sono i binari della stazione di Roma Termini?

La Stazione Termini è composta da 32 binari con tanto di linee A e B della metropolitana. Collega Roma con quasi tutta Italia. Infatti, è uno snodo fondamentale per il nostro Paese.

Un po’ di storia

La stazione di Roma Termini ha subito della modifiche nel corso degli anni. Molti interventi di ristrutturazione sono stati interrotti per via delle esigenze della città e dell’inizio del conflitto mondiale.

In primo luogo, i lavori per la costruzione della prima versione furono voluti da Papa Pio IX nel 1868 e coordinati dall’architetto Salvatore Bianchi. Si trattava di un grande progetto che rese Roma ancora più importante.

I lavori andarono in porto grazie alla diffusione dell’energia elettrica prima e l’aumento del traffico ferroviario poi. Le prime modifiche vennero attuate tra la fine Ottocento e i primi del Novecento, fino al 1939 quando la stazione fu demolita per dare spazio ad un nuovo impianto la cui costruzione, però, fu rimandata per il conflitto mondiale e la caduta del regime fascista.

Durante il dopoguerra i lavori ripresero e la stazione fu inaugurata nel 1950. Successivamente fu ristrutturata e vennero aggiunti locali come negozi, edicole e servizi aperti e in vista del grande afflusso di turisti per il Giubileo del 2000.

FOTO: SHUTTERSTOCK