La società si mobilita per il gatto Leone, vittima di un atroce gesto ancora impunito: il fatto arriva in Parlamento.

Si terrà domenica ad Agri una fiaccolata silenziosa per accompagnare il viaggio del gatto Leone, brutalmente ucciso dalla follia umana. Sui social rimbalzano i messaggi di sgomento e affetto, perché il gesto che ha portato alla morte del micio non ha giustificazione. Il gatto è stato trovato allo stremo delle sue forze dai volontari della Lega del Cane. Per quattro giorni i medici dei veterinari della Asl veterinaria di Cava de’ Tirreni, in provincia di Salerno, si sono presi cura di lui cercando di salvarlo.

Leone è morto per la crudeltà umana, dopo essere stato scuoiato vivo. Un gesto raccapricciante, folle e privo di qualsiasi umanità, che getta lo sgomento tra le persone perché il colpevole è ancora a piede libero. «Potrebbe addirittura incrociare i nostri sguardi, nell’anonimato, domenica quando saremo alla fiaccolata. – Dice Teresa Salsano, responsabile del canile municipale di Casa de’Tirreni – Sono delitti che non si possono perdonare. Gesti efferati che dobbiamo condannare e punire».

La storia del gatto Leone arriva in Parlamento

Intanto si indaga sulle modalità con cui è stato compiuto il gesto e su possibili indizi che portino al colpevole. E la storia di Leone e la condanna di quel gesto insano fatto da una persona che può essere pericolosa non solo per gli animali ma anche per gli uomini, arriva in Parlamento.

Francesco Emilio Borrelli, deputato dell’alleanza Verdi – Sinistra, durante l’udienza in Aula ha sottolineato la necessità di una revisione delle leggi per i reati contro gli animali. Nonostante esistano, vengono applicate spesso in modo blando.

«Mai più tali violenze indicibili dovranno restare impunite. – ha detto il deputato – Domenica tutti ad Angri per chiedere giustizia per il povero animale. Chi ha commesso questa violenza di una crudeltà indicibile ed ingiustificata può ripeterla verso qualsiasi altro essere vivente, anche verso esseri umani. Quasi sempre chi commette tali azioni verso gli animali non paga per quello che dovrebbe pagare, è tempo di rivedere le normative».