È presidente dell’Associazione Vinci con Noi, ed mamma di Vincenzo un ragazzo di 15 anni autistico. Stefania D’Elia ci apre le porte della sua casa

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Il 2 Aprile è stata la giornata mondiale per la consapevolezza sull’autismo e un po’ tutto il mese l’attenzione è stata dedicata a questa realtà che colpisce moltissime famiglie. Ma dovremmo ricordarci sempre di ciò che si trovano a vivere molti ragazzi e adulti e non accendere i riflettori solo in un dato periodo. Lo sa bene Stefania D’Elia presidente dell’Associazione Vinci con Noi e mamma di Vincenzo che oggi ha quasi 15 anni.

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Da nove anni l’associazione è impegnata sul territorio di Bari nel realizzare percorsi ludico-sportivi nel nuoto, nel calcio e nella danza per persone con diagnosi di autismo o di disabilità intellettivo-relazionale dai 3 ai 40 anni. All’interno di queste iniziative si colloca anche ‘Mica scemo’ un cortometraggio che presto diventerà un film in cui si vuole ricordare e portare l’attenzione sul fatto che l’autismo non riguarda solo i bambini.

Il protagonista Pin, interpretato da Mingo de Pasquale, ci insegna a guardare con fiducia chi, probabilmente è solo diverso da noi, perché è bello lasciarsi sorprendere. E poi da vicino, forse, nessuno è normale!

Abbiamo contattato Stefania e parlato con lei di cosa voglia dire per un genitore sentirsi dare il responso che il proprio bambino sia affetto da autismo, di come queste persone possano arricchire la nostra vita e abbiamo sfatato alcuni luoghi comuni. Come ci dobbiamo relazionare con loro, esiste un modo, un codice?

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Stefania D’Elia ci ha portati all’interno di un mondo di una realtà certo non facile, ma che sa regalare bellezza e amore e dice “Non chiamateci mamme coraggio, i nostri figli non sono speciali ma originali.”

Ho molto rispetto della genitorialità. Ed è importante che la coppia genitoriale resti unita nell’affrontare tutto quello che l’autismo comporta tanto che non si parla più di persona autistica, ma di famiglia autistica. Io credo che tutte le mamme vivano con i loro figli dei momenti difficili e che ogni giorno debbano veramente trovare tutta l’energia la pazienza e l’amore di cui dispongono per fronteggiare le vicende della vita a cui i figli gli espongono. Dire che noi siamo delle mamme più coraggiose di altre io non lo ritengo giusto nei confronti degli altri, perché più noi segnaliamo le differenze e più queste differenze agli occhi degli altri non spariranno mai. Siamo madri come tante altre, abbiamo dei figli che hanno l’autismo come altre possono avere dei figli che hanno l’iperattività o dei figli che sono svogliati a scuola o altri che sono geniali e non vengono compresi.. Ognuno di noi nel proprio percorso di vita trova degli ostacoli. Ecco perché credo che sia necessario avere rispetto del ruolo di genitore in sé e non amo parlare di madri coraggio.

Vi lasciamo alla nostra intervista con Stefania D’Elia dell’Associazione Vinci con Noi.

“Pin, mica scemo” come è nato il progetto e come si evolverà

L’idea di questo cortometraggio, lanciato a livello nazionale lo scorso 2 Aprile, nasce dall’incontro fra Stefania D’Elia e l’attore e autore barese, Mingo De Pasquale durante una manifestazione sportiva e dalla volontà di entrambi a voler raccontare, attraverso il linguaggio cinematografico e il personaggio di PIN, un mondo ancora misterioso ai più e su cui vige una certa diffidenza, ignoranza e persino, in alcuni casi, paura. 

Sono serviti un anno di studio e di sperimentazione in stretto contatto con i ragazzi dell’associazione, per arrivare alla realizzazione di un progetto diviso in tre fasi ( Spot, Film, Centri Polifunzionali) che parte proprio il 2 Aprile, giornata mondiale per la consapevolezza sull’autismo, con il lancio nazionale del cortometraggio, primo step di questo progetto, che ha la finalità di accendere una luce su questo tema, fare promozione sociale, raccogliere collaborazioni e fondi per portare avanti il progetto. Scritto e diretto da Antonio Palumbo, su idea di Mingo De Pasquale e Stefania D’Elia, il cortometraggio Mica Scemo, descrive con delicatezza ed efficacia il pregiudizio e la superficialità che spesso impedisce alle persone di conoscere la diversabilità, e fare scelte consapevoli e leali.

L’idea di incentrare il progetto su un autistico adulto – ricorda Mingo – è nata quando mi sono trovato a chiedermi: Qual è il futuro di questi ragazzi quando diventano adulti e poi anziani? Toccando così uno dei temi che più stanno a cuore a gran parte dei genitori e dei familiari di un ragazzo autistico.

Crediti foto@Ufficio Stampa 361ComunicAzione