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Più di 265 mila fan su Facebook, il titolo di trionfatore di Mtv Spit portato a casa nel 2013, un album in free download già rilasciato con Warner Music Italy (dal titolo evocativo di Mirabilansia), il record per il video di freestyle italiano più visto (con Ensi e Fred De Palma durante un evento presso le Lavanderie Ramone) e, per farla breve, esperienze da doppiatore, attore e stand up comedian. Vi chiederete come sia possibile che un artista con un curriculum vitae simile abbia appena rilasciato il suo primo disco ufficiale: Clownstrofobia (Warner Music) di Shade – giovane rapper del torinese – è infatti disponibile dal 15 gennaio con le sue 10 tracce inedite e un paio di Shaday, gli ‘esperimenti’ che il freestyler condivide regolarmente sul web.

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Una bizzarra fotografia di Shade, che – per l’occasione – si è messo sotto a lavorare, creando un progetto discografico capace di rappresentare in tutto e per tutto non solo la propria artisticità, ma anche il cammino fatto finora. “Perché far uscire il disco ufficiale solo adesso? Penso per una questione di maturità. – ci risponde Shade quando gli chiediamo subito di esaminare le tempistiche. – Non sto parlando di età, ma chiaramente di maturità artistica. Ho un percorso di quasi 10 anni sulle spalle con il rap, col freestyle e con i testi. Da un paio d'anni metto costantemente video su Facebook e sui social. Mi tengo molto allenato con la scrittura. Penso di essere migliorato molto rispetto a Mirabilansia, un disco uscito solo qualche mese fa, ma in un certo senso già vecchio. Quando mi hanno detto di fare questo disco nuovo, ho cercato quindi di tirare fuori il meglio di me e magari ciò che non avevo tirato fuori in precedenza. Ho pensato di migliorare alcuni aspetti – come il lato ironico, irriverente e comico – e di proporre anche qualcosa di più profondo a livello di contenuti. Penso che la sensazione si riassuma in ciò che è accaduto cinque minuti fa, quando mi è arrivata la prima copia fisica e stavo per mettermi a piangere davanti a tutti”.
 
Insomma, di sicuro Clownstrofobia mostra diverse sfaccettature del rapper, quelle che “nei video condivisi sui social e nell’album in free download non c’erano”: “Sono uno molto spontaneo – prova a spiegarci Shade – e cerco sempre di fare ciò che mi viene di fare. Non parlo mai di cose che non mi appartengono. Il disco ufficiale era l’occasione per mettersi un po’ in gioco”.
 
A partire dal concetto alla base dell’album, quella ‘Clownstrofobia’ che alcuni troveranno difficile definire: “Dovremmo aggiungere questa parola al dizionario. – scherza il rapper – Secondo me, è il disagio che si prova quando le persone iniziano a vederti in un certo modo e poi vogliono a tutti costi vedere per forza quel lato di te. Ad esempio, Jim Carrey è molto bravo nei film comici, lo conosciamo per Una settimana da Dio, The Mask e altri film molto divertenti. Ha fatto però anche dei film drammatici che sono dei capolavori, eppure la gente si ostina comunque a voler vedere quel lato di lui. Io mi riconosco in questo, con le dovute proporzioni, perché chi è abituato a vedere i miei contenuti divertenti e i miei freestyle, si aspetta che io faccia sempre quello, ma io non sono solo quello. È un po' come se vestissi i panni del clown, passami il termine, e dopo un po' mi stessero stretti. Ecco la Clownstrofobia”. Una ‘brutta malattia’ quella di confondere realtà e apparenza, per Shade particolarmente diffusa nel panorama musicale del rap, dove si cerca sempre “di essere più di quello che si è”: “Da ragazzini si sono fatti due canne al parco e si comportano come se fossero Boston George, come se dirigessero un traffico internazionale. Per quanto mi riguarda, chi mi segue non vedrà mai da parte mia un atteggiamento troppo esagerato, se racconto qualcosa è perché è andata veramente così”.

Clownstrofobia, l'amore e l'odio secondo Shade

Sarà per questo che Shade ha buttato giù una tracklist in cui le canzoni ‘toste’ si alternano a piacevoli scoperte più ‘intimistiche’, in cui sembra rivelarsi il lato più introspettivo del rapper: “Mi influenza molto la base che mi danno. Magari vado in studio un lunedì e c'è una base tristissima, io scrivo su quella il bagaglio di esperienze che ho e che voglio raccontare. Il giorno dopo magari ne ho una super allegra e pesco un'altra delle mie esperienze. Questo per quanto riguarda la scrittura, perché nella vita in generale cerco invece di essere sempre il più allegro possibile, anche quando le cose non vanno bene, è l'atteggiamento migliore”.

Da questa variopinta selezione, Shade riuscirebbe a scegliere il brano che più lo rappresenta? “Da un punto di vista sentimentale ti dico Stronza Bipolare, che racconta una storia che ho avuto con questa ragazza con cui litigavo spesso, ma non l'ho voluta raccontare in maniera cattiva. Ovviamente le parole che uso nella canzone sono molto forti, però se ci fai caso l'atteggiamento del pezzo è sempre col sorriso, perché non la ricordo con cattiveria. Adesso non ci sentiamo da mesi e magari se ci vediamo siamo anche capaci di litigare di nuovo. Sono convinto conoscendola che quando sentirà la canzone si arrabbierà”.

In Netlix emerge invece il lato più nerd dell’artista, che ha creato funambolici giochi di parole per esprimere la propria ossessione per le serie tv: “Io sono un po' fissato con le serie tv. – ci spiega – Ho cercato di mettere tutte le serie che seguo nella canzone, purtroppo alcune sono rimaste fuori, perché le ho viste dopo aver scritto il pezzo. Potrei fare Netflix Parte 2, non lo escludo (ride, ndr)”.

Il primo singolo ufficiale dell'album è tuttavia Se i rapper fossero noi, un brano decisamente più ‘duro’ che consacra la collaborazione con Fred De Palma e il successo dei loro Shaday: “Il coinvolgimento di Fred De Palma era naturale, visto che facciamo video insieme e visto che la nostra saga dei video sui rapper su Facebook è andata molto molto bene. Abbiamo deciso di far culminare questo percorso con una canzone vera e propria, che mostrasse che sì, siamo molto bravi a fare questi video, però se rappiamo sappiamo anche dire la nostra". L'album vanta poi solo un'altra collaborazione, quella con Blue Virus per BCUC: "Blue Virus è un carissimo amico, è un artista che molti considerano emergente per il tipo di pubblico che ha, ma che secondo me è veramente molto forte. Di nicchia, ma molto forte. Ho voluto coinvolgerlo per la grande amicizia che ci lega e perché ancora non avevamo mai lavorato insieme ad un prodotto ufficiale".

Shade e Clownstrofobia, l'instore tour

Dal 15 gennaio, Shade si prepara a girare l'Italia per incontrare i fan negli store delle principali città italiane, partendo proprio da Torino per attraversare poi l'intera penisola: il 18 gennaio sarà a Padova (Feltrinelli via S. Francesco, h.15.00) e a Bologna (Mondadori via Massimo D’Azeglio, 34h.18.30); il 19 gennaio a Firenze (Galleria del Disco, Piazza della Stazione h.15.00) e Roma (Discoteca Laziale ,via Mamiani h.18.30); il 20 gennaio a Marcianise (Mondadori C.C. Campania, h.15.00) e a Napoli (Feltrinelli, Stazione h.18.00); il 21 gennaio a Bari (Feltrinelli via Santa Caterina h.15.00) e a Lecce (Feltrinelli via dei Templari, h.18.30).

"Sono molto contento di fare l'instore, perché mi piace incontrare le persone e passare del tempo con loro. – commenta Shade – Ho seriamente paura perché ho due date al giorno e io, quando vedo la gente, inizio a parlare, concedo abbracci. Temo quindi di arrivare in super ritardo alla seconda data di ogni giornata. Sono un po' teso da un lato, ma felice dall'altro, anche perché vedere il riscontro sul web è un conto, vederlo dal vivo è tutta un'altra cosa".