Entriamo nel salotto di Giulia Salemi che ci racconta il podcast ‘Non lo faccio x moda’, la sua attitudine verso gli altri e la voglia di profondità. Anche in tv. L’intervista.

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Giulia Salemi ci accoglie sul set del suo nuovo podcast, Non lo faccio x moda, titolo che è già un successo da milioni di ascolti e views sulle piattaforme. Colori confetto e atmosfera piacevolmente informale, il salottino in cui sediamo ha ospitato finora personaggi dal mondo dello spettacolo e del web, da Alfonso Signorini a Clara a Beatrice Luzzi. E si prepara a nuovi episodi. È proprio tra una registrazione e l’altra che chiacchieriamo con la conduttrice radiofonica e televisiva, modella e influencer con oltre 2 milioni di follower (fra i più attivi sui social).

Giulia, ti abbiamo  visto sul red carpet di Cannes e impegnata in più di un viaggio. È un periodo piuttosto denso di impegni ci pare di capire: è così? Che momento stai vivendo?
Intanto, benvenuti nel mio salotto! Non è salotto Salemi ma quello di Non lo faccio x moda, il mio nuovo podcast. Eh sì, come hai detto è un periodo impegnativo perché, in primis, io sono una che non si ferma mai e cerca sempre l’opportunità. Anche perché è un momento storico in cui i posti in televisione è pullulano ed, avendo io una forte passione per il settore televisivo, penso che il podcast sia un buon compromesso tra tv e digitale.

Salemi podcast
Foto da Ufficio Stampa

È un mio spazio, creato insieme al mio team, ed è una scommessa. Siamo noi che investiamo in prima persona e sono felicissima che stia andando molto bene. In fondo, è un nuovo modo anche per me di interagire, comunicare e mettermi alla prova. Cerco proprio di mettermi in ascolto facendo un passo indietro e, secondo me, sta uscendo anche una mia versione inedita. Ne sono davvero felice.

Fin dal primo episodio Non lo faccio x moda è diventato uno dei podcast più seguiti raggiungendo anche la prima posizione sia su Spotify sia su Apple. Come è stato ricevere questo tipo di riscontro?
Ovviamente speravamo di entrare in classifica e soprattutto nella Top 3, ma arrivarci in sole tre settimane ci ha sconvolto! Siamo entrati in Top 10 e poi abbiamo iniziato a salire fino al primo posto per svariati giorni. Ne siamo stati tutti increduli e felicissimi, perché era la nostra speranza. Oltretutto, quello dei podcast è un mercato già saturo quindi riuscire a portare un prodotto di qualità e sostanza è stata, dicevo, una scommessa. Dietro quello che vedete e ascoltare, c’è uno studio, degli autori, un ufficio stampa, diversi cameramen, una regia… è un programma televisivo a tutti gli effetti.

Si possono fare podcast in maniere diverse, e tutte sono rispettabili. Noi abbiamo voluto il meglio di tutto e ricevere questo feedback da parte del pubblico è stato bellissimo e non scontato. Evidentemente si percepisce il lavoro e l’impegno che ci sono alle spalle. Io, poi, sono una perfezionista: qualsiasi cosa, per me, deve essere curata nei minimi particolari. Anche nello scegliere l’ospite, siamo andati a cercare persone molto diverse tra loro. In questo momento sono felice come una bambina.

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Come è nato il progetto? E come avviene più o meno la costruzione di una puntata?
Di base abbiamo iniziato a lavorare diversi mesi fa sul contenuto e, pensando di cosa volessimo, da un brainstorming generale è uscito il tema del disagio generazionale. Tanto è vero che inizialmente volevamo chiamarlo disagio.com ma ci sembrava quasi che sminuisce l’argomento. Durante un’intervista, poi, ricordo di aver detto proprio la frase “non lo faccio per moda ma per un’esigenza personale”. Lì, è scattato a tutti un campanellino per cui l’abbiamo chiamato Non lo faccio x moda. Volevamo il salotto, quindi la comodità, per far emergere la persona e non il personaggio grazie alla parità tra intervistatore e intervistato, in una chiacchiera.

Con temi delicati.
Si. E concreti. Nelle puntate affrontiamo tante tematiche relativa al disagio: ascese e discese, passaggi di vita, momenti di up e di down. Volevamo la verità e cercavamo la sostanza anche perché sono in un momento della mia vita dove cerco tanta sostanza. E penso che questo podcast sia sostanza.

Giulia Salemi
Foto Kikapress

Finora hai accolto personaggi da mondi diversi. Come ti prepari a questi incontri di volta in volta?
Lavoro con un autore col quale prepariamo diciamo i macro punti della puntata, che non sono propriamente delle domande piuttosto una scaletta. E poi vado molto a braccio cercando di capire che cosa ogni ospite può dare al pubblico oltre che a me. Per questa ragione, penso che sia bello per un ospite partecipare a un podcast ma solo se intenzione di darsi. Va bene il politicamente corretto ma, in questo momento, sembra che nessuno voglia prendere posizioni ma è bello se uno un minimo le prende.

Le puntate più belle sono proprio quelle in cui l’ospite si mette più in gioco. Io non obbligo nessuno, non è una intervista incalzante né io sono una giornalista d’inchiesta; quindi, non metto il mio ospite con le spalle al muro. Anzi, lo metto nella condizione di poter scegliere di raccontarsi a chi ci guarda e di essere sincero o, al contrario, di rimanere neutrale. C’è stato chi ha scelto questa seconda via e abbiamo avuto anche chi ha preso posizioni toste. Chi ha raccontato parti intime della propria vita e della propria infanzia, come sofferenze e bullismo subito. Ognuno di loro ha dato comunque un pezzo di sé e succederà anche nelle prossime puntate. Spero che sia solo l’inizio di un lungo progetto.

Da parte anche dei tuoi fan ti chiedo se puoi spoilerare magari qualche prossimo nome…
Posso dirti che avremo con noi un’ospite estremamente libertina e politicamente scorretta, che racchiude sia il mondo della musica, della tv e di Sanremo. Poi un giornalista e conduttore libertino ed estremamente politicamente scorretto. Quindi, dalle prossime puntate aspettatevi rivelazioni shock (sorride, ndr).

Giulia Salemi
Foto Kikapress

E chi ti piacerebbe ospitare?
Ce ne sono tanti… per questo chiedo sempre a tutti di consigliarmi se vi piacerebbe vedere qualche persona in particolare o trattare qualche tematica. Leggo chi mi scrive, quindi commentate e scrivete!

Ci facciamo portavoce ancora dei tuoi fan, allora, che vorrebbero sapere se qualcuno si è rivelato antipatico.
No, nessuno fortunatamente. Anche perché, comunque, ti accolgo in casa mia e non ti metto in difficoltà. Certo, poi, è successo che in un paio di casi ci abbiano chiesto di tagliare qualcosa però ci sta.

Uno dei commenti che ho letto più di frequente a proposito di Non lo faccio x moda è in riferimento al tuo approccio, per cui appunto riesci a mettere sempre a proprio agio l’ospite. Ti chiedo se questo è un aspetto su cui hai lavorato nel tempo o se ti veniva spontaneo (anche da bambina o da ragazzina) andare incontro all’altro?
Sono felicissima che mi dica, quindi grazie perché è proprio il mio obiettivo. Volevamo persone che si potessero sentire al proprio agio perché io in primis mi rendo conto che mi apro quando mi sento a mio agio. Quindi, cerco sempre di riflettere quello che vorrei fosse il trattamento riservato nei miei confronti. Se ero così anche da piccola? Non saprei. Ero forse un po’ più timida però sono sempre stata molto curiosa e socievole, alla ricerca di nuove amicizie. Cercavo di fare qualsiasi cosa per farmi voler bene e questa cosa forse dell’accettazione mi porta oggi ad essere molto aperta e amorevole nei confronti dei miei ospiti. È qualcosa di innato. Ho tanti altri difetti ma questo è un mio pregio che sono felice di avere

E quali situazioni, invece, ti fa sentire a disagio o ti fanno sentire fuori posto?
La superficialità, la falsità, la cattiveria. Io divento pazza quando vedo le ingiustizie. In questo settore succede spesso di vedere persone che trattano male gli altri: il momento di nervosismo ci può stare e ce lo posso avere anche io. Ma se sbaglio i toni, posso chiedere scusa. Mi manda davvero fuori di testa la cattiveria gratuita verbale, che viene utilizzata spesso da persone che lavorano in questo ambiente verso collaboratori, parenti eccetera..

Ti muovi fra il mondo dei social, la tv, la radio, i podcast… come ti definiresti?
Mi reputo un personaggio un po’ 2.0, un ibrido tra televisione digitale. Poi ho fatto anche radio quindi un po’ un po’ di tutto. In generale, come ti dicevo, sono una persona che cerca molto l’opportunità e la vita con me è stata a volte generosa e a volte tirchia. Nelle volte in cui è più restia nel darmi, sono una che va a cercarsi la nuova crescita o un nuovo stimolo. E il podcast è sicuramente uno di questi, è un’importante opportunità di crescita anche umana oltre che lavorativa. Perché mi permette anche di farmi conoscere alle persone, agli addetti ai lavori, al pubblico in un in un modo diverso. Con una chiave più matura rispetto alla Giulia del passato.

E che cosa ti guida nella scelta di un progetto?
Quando si parla di brand, sicuramente deve rispecchiare i miei valori e i miei principi: non mi vedrete mai sponsorizzare un prodotto scadente. Sono molto attenta su questo e ho anche un team che filtra già per me. Dal punto di vista televisivo fortunatamente, rispetto al passato, non ho più quel quell’esigenza di dover accettare tutto a tutti i costi pur di farmi conoscere e avere l’opportunità di esistere. Ho capito che la tv a volte è un’arma a doppio taglio quando si tratta, per esempio, di ruoli più leggeri che in passato ho anche fatto. Però non mi reputo una ragazza stupida e quando il contesto tele visivo ti richiede un po’ quella, leggere certi commenti ti ferisce. Lì uno deve chiedersi quanto il gioco valga la candela.

Per fortuna, dopo dieci anni posso vivere e stare bene anche non facendo niente in tv. Preferisco fare un podcast costruito su misura, che ha della sostanza che può raggiungere uno nuovo pubblico. Poi io amo la televisione, sia chiaro, e se devo sognare sogno di essere una conduttrice a tutti gli effetti. E chi lo sa cosa potrebbe succedere, vedremo.

Sei stata intercettata nel trailer di Prisma 2, in arrivo su Prime Video, quindi ai mondi che ho citato si aggiunge il cinema? È una strada che ti piacerebbe percorrere?
A me piacere sempre provare esperienze nuove e il mondo del cinema o delle serie tv mi affascina molto. Penso anche che si siano creati nuovi posti dato che vedo sempre più ragazzi che lavorano nel digitale e nelle fiction, per esempio. Mi piace questo mondo che si sta un po’ contaminando l’uno con l’altro. In Prisma 2 ho fatto un piccolo cameo ad un party dove faccio me stessa così come Achille Lauro è se stesso. È stato divertente e non mi dispiacerebbe fare qualche particina in più. Apprezzo molto gli attori e la loro pazienza perché i tempi sono incredibili: una scena la ripeti un sacco di volte, invece la televisione ha maggiore dinamicità come succede nel podcast. È buona la prima, quindi devi avere la prontezza della diretta anche nelle registrazioni. Tanto è vero che si dice che il cinema è attesa.

Che estate ti aspetta?

Non ne ho idea (sorride, ndr)! In questo momento sia io sia Pierpaolo siamo in una bolla lavorativa. Per pensare alle vacanza ci sarà tempo da giugno in poi.

Guarda il sesto episodio di Non lo faccio x moda

Da lunedì 27 maggio è disponibile la nuova puntata  di Non lo faccio x moda, con ospite Giuseppe Cruciani che, dalla Zanzara, porta in questo contesto una serie di riflessioni su molti argomenti delicati senza tabù, senza censure, senza tagli di nessun genere.

L’intervista è online su tutte le piattaforme di streaming e su YouTube.

Immagini da Ufficio Stampa / Kikapress