Spinas ci racconta il suo primo EP ‘Tempo’: sette tracce che giocano sulla dualità tra giorno e notte e buio e luce.

Si intitola Tempo (Epic Records/Sony Music Italy) l’EP di Spinas che segna il suo debutto discografico: sette tracce (sia inediti che brani già pubblicati) che si muovono in universi sonori distorti. Tante le collaborazioni di importanti artisti italiani e internazionali, tra cui 2ND Roof, il rapper londinese Octavian, Paryo del collettivo di producer statunitensi Internet Money, oltre a Jonnywood, CrypticWizzle e molti altri.

«Ho lavorato all’EP negli ultimi due anni. – ci dice Spinas – Ho scritto tanta musica e selezionato le tracce in base al mood. Non avevo ancora un titolo, ne avevo vari. Un po’ di mesi prima di consegnare il progetto, ero a Barcellona da un’amica e ho trovato un libro di illustrazioni. Ho aperto una pagina a caso e c’era l’immagine di un albero diviso a metà tra giorno e notte. La didascalia spiegava il concetto di tempo. Ho scelto di chiamarlo Tempo e ho spiegato il concept al team». Da qui l’artwork dell’EP – realizzato da Manuel Grazia e Asia Michelazzo – ispirato alle opere di Salvador Dalì. «Sono sempre stato fan di Dalì e dei suoi dipinti. – dice l’artista – La sua concezione di tempo calzava a pennello, perché è distorta».

Il Tempo secondo Spinas

La bellissima cover di Tempo introduce al dualismo dell’album: giorno e notte, buio e luce si muovono in sintonia rappresentando due universi della musica di Spinas. «La tracklist è cambiata più di una volta. – ci svela l’artista – I brani sono venuti da sé, è una questione di feeling… sai subito se vuoi far uscire un pezzo. È stato difficile più decidere l’ordine dei brani, ma è venuto tutto in modo molto naturale. Ho uno studio portatile, registro ovunque e da lì parte la dualità dell’EP: i brani notturni ho scritti da solo, quelli diurni in studio con i ragazzi».

Oltre alla fase di creazione, a scandire i temi del progetto sono anche le sonorità che si muovono tra l’hip hop e l’R’n’B. Ogni suono è studiato per far sì che anche la voce di Spinas sia uno strumento a se stante. «Ho studiato il clarinetto da piccolo e, dal mio punto di vista, l’autotune è uno strumento a fiato. – ci spiega – Ci son pezzi con meno autotune. Generalmente quando c’è, però, c’è per una motivazione». E poi è lo stesso Spinas a descriverci il suo processo creativo: «Non scrivo mai e nessuno dei pezzi che ci sono, a parte la prima parte dell’Intro, è stato scritto. Partiamo dalla musica, anche se si tratta di un sample, di un riff di chitarra o di accordi di piano. Per Outsiders, ad esempio, ho nel cellulare le note vocali di Giovanni che suona i primi accordi, mentre io faccio le prime sei barre sul momento. Da lì registriamo e poi correggiamo le parole e alcune cose. Quando i pezzi devono uscire mi chiedono i testi. Ma io devo prima trascriverli!».

La tracklist di Tempo

A fare da apripista al progetto sono stati i singoli Facile, prodotto dal leggendario duo italiano 2ND RoofVia da Qua (prodotto sempre dai 2ND Roof in un mix di influenze urban-pop e R&B), White Tee (realizzato insieme al duo partenopeo Voga), fino al più recente Comeza/Tempo, uscito il 21 luglio e prodotto da Jonnywood insieme a CANOSH e Daadi. Oltre a questi, il progetto contiene tre inediti: Benedizione/Noia (coproduzione del tedesco Cryptic con Wizzle), Moon – che vede la produzione di Paryo del collettivo di producer statunitensi Internet Money – e Outsiders featuring il rapper londinese Octavian, già noto per i lavori con Mura Masa e Diplo, con Cryptic che torna alla produzione insieme al duo italiano Leave The Club.

«Di Benedizione ho scritto la prima parte che si chiude con Amen. – racconta Spinas – È una sorta di preghiera a me stesso, come se fosse una manifestazione di quello che voglio. Da lì Benedizione. La seconda parte che si chiama Noia ed è un beat quasi più house, per scappare dalla noia appunto. È una raccomandazione a fuggire dalla noia. Ho scelto di metterlo come primo pezzo perché propizia. Poi c’è Moon, un pezzo notturno. È uno dei primi pezzi che ho scritto, forse si avvicina alla trap anche se rimane molto cloudy. Il testo è semplice ed è basato sulle melodie. Rientra nel concetto di tempo perché l’outro è choppata, dà l’idea di tempo che si deforma. Outsiders è infine il pezzo con Octavian di cui son sempre stato mega fan. Il brano è nato in studio a Milano con Cryptic».