‘Friends’ è un elogio del suono, un viaggio tra composizioni che esaltano la melodia: ce lo racconta Pierpaolo Guerrini.

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Dal titolo – Friends – l’album di Pierpaolo Guerrini (Stage One/The Orchard, distribuito in fisico da fonè) potrebbe sembrare un informale reunion tra amici, ma nella forma e nella sostanza è molto di più. Friends è infatti un insieme di composizioni musicali con ospiti del calibro di Hauser, Andrea Bocelli e Alessandro Martire: attraversa in modo trasversale i generi musicali, puntando tutto sull’importanza del suono. Non a caso, l’album è disponibile su supporti di altissima qualità in Italia e nel mondo in versione vinile (Super Audiophile Vynil), CD e Super Audio CD Hybrid Disc, in tutti gli store digitali in HD e non, in Dolby Atmos, Apple Lossless e Apple Spatial Audio.

«Voglio capire come il pubblico, e non solo le persone che mi sono intorno, può reagire a quest’idea di uscire nel 2023 con un album di brani strumentali. – ci dice Guerrini – C’è un po’ di sana pazzia ovviamente. Vorrei accendere un riflettore sulla necessità di far conoscere alle nuove generazioni il mondo HI-FI. Può sembrare preistorico, ma lo si potrebbe ricreare con piccoli investimenti. Il mondo dell’audio è fondamentale».

È in parte da questa premessa che inizia il viaggio di Friends. «Ho a disposizione uno studio in cui metto a fuoco le pratiche più importanti del mondo audio, come scaldare i suoni con l’analogico e trovare una dinamica. – spiega il compositore – È il producer che mette insieme questi mondi. È una sua scelta utilizzare l’attrezzatura storica o ultra-moderna. La strumentazione ha di per sé una magia: arricchisce le parti del suono stesso. Sono le armoniche a contraddistinguere un suono o uno strumento». Insomma, non c’è analogico vs digitale. È più una conversazione tra le parti.

«Non c’è da demonizzare nulla – dice Pierpaolo Guerrini – ma bisogna rifarsi al passato per capire il futuro. In Friends alcune cose nascono nel passato e sono così, non si possono trasformare. Chi ci ha provato ha fatto accozzaglie che non sono belle come l’originale. Ciò che è bello, lasciamolo bello».

Come nasce Friends

Pierpaolo Guerrini ha posto in essere un vera e propria ricerca tra vari generi musicali. Il fil rouge sta nel contributo dell’Orchestra Sinfonica CNSA di Praga diretta dal maestro Steven Mercurio. All’opera in questo disco insieme a Guerrini – oltre ad Andrea Bocelli, Hauser e Stephan Moccio – personalità del calibro di Andrea Griminelli, Alessandro Martire, Stefano Cocco Cantini, i CARisMA. I temi, in parte, Guerrini li aveva già tracciati ma ci ha poi rimesso mano insieme – appunto – ai suoi amici.

«Per Variable Timing, il fraseggio era già stato scritto. – racconta Guerrini – Griminelli però ha sentito il suo strumento e ha pensato che si prestasse anche a creare cose più interessanti. Lui è un virtuoso. Io gli ho scritto quella improvvisazione incrementando il brano. Stesso processo per il brano con i CARisMA, dove le chitarre pensate e suonate sono state anche fraseggi riadattati per lo strumento. Così la chitarra ha un suono più bello. In Unity Machine, invece, il duetto tra due pianoforti è venuto sperimentandolo in studio. Il tema c’era, ma immaginarselo con due pianoforti non era così automatico». La coerenza stilistica – come dicevamo – è data in parte dai suoni dell’orchestra.

«A un certo punto ho pensato che avevamo bisogno di brani leggeri. – dice Pierpaolo Guerrini – Senza spingersi troppo nel mondo classico, a volte un po’ pesante. Volevo fare un album che non annoiasse e che avesse una formattazione non di genere, ma un’esaltazione per le varie composizioni. È un processo strano, perché di solito i musicisti seguono una formattazione e sono riconoscibili. È una bella cosa. Qui no, ed è così a discapito mio perché si fa fatica a essere catalogati. Vorrei però che venisse catalogato l’album e non il genere. Si può catalogare un album e dove? Friends è un album da meditazione, da salotto, da viaggio in auto, da serata con gli amici dopo un bicchiere di rosso… Vorrei essere catalogato così, più che con il metodo dei digital stores. Volevo dare più lustro alla melodia per il bene della composizione. Soffro il male della noia uditiva».

A dispetto delle sfide di catalogazione del progetto, Friends resta comunque un album unico. «Dovevo farlo. – chiosa Guerrini – Non avevo mai fatto un album simile e l’ho tirato fuori. Adesso c’è».