Conquistati i vertici del pop italiano, Annalisa pubblica il nuovo album ‘E poi siamo finiti nel vortice’ con cui si prepara al primo Forum di Assago. L’intervista.

Era esattamente il 2 settembre 2022 quando sbarcava in radio e sulle piattaforme digitali il singolo Bellissima. Da quel momento, la carriera artistica di Annalisa ha ingranato la quinta marcia e non si è più fermata: solo negli ultimi dodici mesi ha superato oltre 1 milione di copie certificate arrivando a un totale di 29 Dischi di Platino e 12 Oro. Nel solco dell’electro-pop Anni Ottanta è uscita, quindi, Mon Amour, che ha dominato le classifiche per tutta l’estate insieme a Disco Paradise con Fedez e gli Articolo 31.

Ora, dopo la doppietta estiva e la release di Ragazza Sola, per Annalisa è il momento di presentare il nuovo album. Esce, infatti, venerdì 29 settembre ‘E poi siamo finiti nel vortice’, fotografia musicale del percorso che la Scarrone ha costruito volitivamente negli ultimi anni credendo, forse per prima in Italia, al ritorno delle sonorità Eighties e Nineties. Scommessa vinta, a quanto pare.

Annalisa
Foto da ufficio Stampa Warner Music Italy

Annalisa, come ci si sente ad aver raggiunto i vertici del pop?

Principalmente sono molto contenta perché comunque questo successo non è arrivato all’improvviso né per caso. È da tanti anni che lavoriamo insieme e abbiamo fatto tante cose, ma sempre un passo alla volta. Di sicuro c’è stata un’accelerata, un incastro particolarmente a fuoco: da Bellissima in avanti è davvero un’altra marcia. Sono felice che il tanto lavoro negli anni sia servito e si cominci a raccoglierne i frutti. Certo, poi, c’è anche un senso di responsabilità e la voglia di non deludere. In quest’ultimo anno è sempre stata un po’ una lotta con le aspettative, soprattutto mie, e anche adesso per l’album ho un’ansia da prestazione totale. Già con Mon Amour, per esempio, speravamo che potesse tenere botta e anzi poi ha fatto anche meglio. C’è tanto orgoglio proprio perché è tutto molto pensato e andremo avanti così.

In questi anni, ma soprattutto negli ultimi mesi, hai raccontato al pubblico una vera a propria trasformazione, anche sonora: quanto il cambiamento fa parte di te?

È stato tutto un processo lento, affrontato per gradi, ma c’è stato un momento cruciale. Era il 2021, alla fine del lavoro legato al progetto ‘Nuda’: sono entrata in studio e avevo voglia di provare qualcosa di diverso. Allora, è arrivata l’idea di provare a unire due aspetti che per me sono sempre stati importanti. Da una parte la vocalità, la melodia italiana e l’uso delle parole e dall’altra il mondo sonoro più internazionale, electro-pop un po’ Anni Ottanta. Ho voluto far incontrare istinto e tradizione unite a istinto e innovazione. Questo è successo nel giorno che ha visto poi la nascita proprio di Bellissima, e sicuramente è una svolta nasce come frutto di un processo da ‘Nuda’ in poi.

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Anche nel look e nell’aspetto, per esempio nei videoclip, ti abbiamo vista giocare…

Con ogni canzone ho cercato di raccontare uno stato d’animo all’interno del vortice della vita e questo disco contiene tutte quelle fasi emotive. Ci sono le sconfitte, le vittorie, le delusione, la voglia di capire, il senso di rivalsa, il desiderio di libertà… Per questo, anche nel look abbiamo voluto raccontare quel tipo di momento. Sono partita dal caschetto nero che rappresenta l’idea di donna libera nel solco di personaggi come Valentina, Nikita, la replicante di Blade Runner. In questo sento, anche l’abito doveva essere in armonia fino ad arrivare a Ragazza Sola, che racconta la fine della fase sperimentale in cui forse si ritrova qualcosa di vecchio ma lo si vive in modo diverso, con una nuova coscienza per partire con più forza. In questo caso, ho recuperato il look delle donne della musica come Madonna e Annie Lennox che rappresentano la grande indipendenza e autonomia.

E adesso qual è la direzione?

Eh…. Chi vivrà vedrà (sorride, ndr). Dipende anche dalla scelta delle canzoni anche perché il disco sono io. Io sono ognuna di queste donne, una sfumatura, un diverso colore emotivo di quello che sono io.

Come hai trovato nell’electro-pop il vestito sonoro adatto a quello che volevi esprimere?

Ho sempre amato andare a ballare, mi diverte e anzi sono anche un po’ partita da quello perché, come dico sempre, vorrei far ballare con le lacrime. Vedo nella musica questo effetto terapeutico e vedo questa funzione nella dimensione della musica clubbing, non solo nella ballad strappalacrime da ascoltare a casa con le cuffie ripensando agli errori fatti nella vita.

Quali errori?

Ce ne sono tantissimi… Penso a quello che avrei dovuto dire o fare di diverso in un dato momento e invece non l’ho fatto. Sono una lenta perché a volte penso troppo per decifrare i miei pensieri e finisce che passa il momento.

Quali sono stati i tuoi riferimenti musicali per ‘E poi siamo finiti nel vortice’?

Molto istintivamente finisco sempre alle sonorità electro Ani Ottanta e penso che sia anche un po’ perché mi sento a casa. Sono nata in quel decennio ed ero bambina quando i miei di ascoltavano quella musica. Quindi, forse, per me è come se mi sentissi al sicuro, mi muove qualche corda emotiva.

Pensi anche di poter portare all’estero la tua musica?

Mi piacerebbe molto, anzi vorrei proprio. E forse con queste canzoni c’è un possibilità più concreta di farlo e ci stiamo pensando.

In tutti i brani c’è la tua firma, ma lavori più sui testi o sulla musica?

Entro un po’ su tutto. Il lavoro più lungo a cui mi dedico è quello sulle parole, magari passo notti intere su una sola! Ma quando sono in studio facciamo anche le melodie insieme perché voglio far suonare bene le canzoni su di me. Mi piace che le melodie diano la luce giusta alla mia voce a seconda di quello che voglio dire.

In questi brani c’è una forte voglia di divertimento e un’ironia che racconta proprio un’attitudine rinnovata. È cosi?

Sono sempre stata ironica e autoironica, tendo a sdrammatizzare le cose però, sicuramente, riuscire a trasmetterlo scrivendo è qualcosa che ho cercato tanto. In ‘Nuda’ ho tolto tanti artifici nella scrittura fino all’osso perché mi piace cantare come parlo. In ‘E poi siamo finiti nel vortice’ ho cercato si alzare il tiro e di cantare come penso. Infatti, in un sacco di pezzi c’è questo modo di scrivere come flusso di pensieri, senza riflettere sul fatto che magari mi sto fregando anche un po’ da sola. Per questo parlo di istinto: è quell’essere imperfetta, a volta euforica e a volta in preda alla gelosia, o semplicemente non capire cosa sta succedendo.

In questo vortice quali sono i tuoi appigli?

Sicuramente la musica resta un punto fondamentale; la vivo in maniera totalizzante, è la mia vita e scandisce tutti i momenti. Poi ci sono la mia famiglia e gli amici, che sono un porto sicuro a cui tornare sempre e sentirsi protetti. Tornare in paese mi ha aiutato a non perdere la testa, quando sono a casa sembra proprio che non sia successo niente e sia sempre la stessa ragazzina di anni fa.

Capitolo Sanremo: hai voglia di tornare?

Ovviamente ci si pensa perché è sempre più importante e ogni anno un pensiero lo si fa. È un’opportunità grande ma bisogna fare i conti innanzitutto con la canzone. Se dovesse venire fuori la canzone giusta magari mi presento ma se non ci sono tutte le caratteristiche necessarie meglio di no. Le cose si fanno benissimo o e meglio aspettare.

Intanto di certo ti aspetta il palco del Forum di Assago

Sarà una grande emozione. Sono al lavoro anche se non ancora in sala prove ma stiamo costruendo il palco e capendo come vogliamo realizzare la scena con i musicisti. Gli arrangiamenti, però, sono già pronti e sicuramente vorrei fosse qualcosa di indimenticabile per il pubblico quanto lo sarà per me. Vorrei che il Forum diventasse un gigantesco club, con un forte impatto visito ed emozionale per divertire, emozionare e stupire senza perdere il filo del racconto.

Foto da Ufficio Stampa Warner Music Italy