Ospite di Fabio Fazio a ‘Che Tempo Che Fa’, Claudio Baglioni ha raccontato qualche aneddoto sui suoi esordi e su una promessa fatta dopo un provino fallito.

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Domenica 10 dicembre in prima serata sul NOVE è andato in onda il nuovo appuntamento settimanale di Che Tempo Che Fa. Tra gli ospiti che Fabio Fazio ha accolto nel suo salotto anche Claudio Baglioni che, nel 2024, sarà di nuovo in tour con il Rock-Opera-Show aTUTTOCUORE nelle maggiori arene indoor d’Italia. Lo spettacolo ha la regia teatrale e la direzione artistica di Giuliano Peparini e debutterà il 18 gennaio alla Vitrifrigo Arena di Pesaro.

Ma la chiacchierata con Fazio è stata anche l’occasione per ripercorrere lo straordinario percorso artistico di Baglioni. Cinquantacinque anni di carriera e oltre 60 milioni di dischi venduti in tutto il mondo, raccontato per la prima volta e in prima persona nel libro Altrove e qui, uscito a novembre, con le fotografie di Alessandro Dobici. Tanti gli aneddoti che l’artista ha regalato al pubblico sul NOVE, a partire dai ricordi in merito al periodo dei primi provini accompagnato dalla mamma.

Baglioni CTCF
Screen video da Ufficio Stampa

Sollecitato dal padrone di casa, infatti, Claudio Baglioni ha ricordato un provino a Milano, in casa di un discografico. “Uno vicino a me mi diceva: ‘vedi, stai sempre ingobbito. Tirati su con la schiena che non fai una bella figura. Eppure sei pure alto, stai su! Cosa che anche mia madre mi raccomandava. Quel pomeriggio non era andata bene, le mie canzoni non erano piaciute ma a un certo punto mi chiesero di fare una cover di Tu sei per me la più bella del mondo. L’ho studiata al pianoforte e, quando arrivarono gli ospiti quella sera, si misero al tavolo mentre io suonavo come se fossi in un piano bar”.

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“Mai uno che mi avesse detto ‘vuoi assaggiare qualcosa?’ o ‘bevi un bicchiere d’acqua’…”, ricorda sorridendo Baglioni. “Io stavo da una parte a suonare mentre tutti ridevano e urlavano. A un certo punto mi sono alzato, ho detto ‘buona cena a tutti, grazie’ e non si è girato nessuno. Presi l’ultimo tram che tornava nella pensione dove mi aspettava mia madre e durante il percorso cercavo un modo per dirlo a mia madre. La sconfitta vera non era il fatto che mi avessero ignorato, e anche un po’ umiliato, ma era doverlo raccontare a mia madre. Allora, in un modo un po’ velleitario, a un finestrino aperto giurai al mondo, minacciandolo, dicendo: ‘ve la farò vedere perché io diventerò qualcuno’!”. 

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