Esce per 21lettere ‘Infanzia’ di Jean-Jacques Sempé: disegni inediti e una conversazione con Marc Lecarpentier.

È arrivato in libreria – edito da 21lettere – Infanzia di Jean-Jacques Sempé. Un lavoro mirabile quello che sta facendo la casa editrice nel portare in Italia l’opera del vignettista francese, di cui sono già stati pubblicati – sempre nella collana fumetti – Sincere Amicizie e Alcuni Bambini. Da un punto di vista cronologico, in realtà, Infanzia in Francia esce prima di Sincere Amicizie (del 2015): nel 2004 arriva Sempé: Enfances – senza testo e a tiratura limitata (900 copie) – mentre la conversazione con Marc Lecarpentier – edita da Denoël et Martine Gossieaux – è del 2011.

21lettere fa quindi stavolta un passo indietro nel tempo, affidando la traduzione come sempre a Dylan Rocknroll. È un bel viaggio quello nelle illustrazioni e nei pensieri di Sempé sull’infanzia: Lecarpentier più che un giornalista è un amico – spesso indiscreto e incalzante – e conosce bene il lavoro dell’illustratore. Nel farlo parlare di arte e disegni, riesce a far parlare Sempé di sé, della propria vita e della propria infanzia.

L’Infanzia secondo Jean-Jacques Sempé

Nato nel 1932 a Bordeaux, Sempé cresce in una famiglia povera e tribolata. In queste pagine scopriamo che il padre è in realtà il patrigno e che l’evasione – per il bambino Jean-Jacques – era necessaria per fuggire da una realtà infelice. «Secondo me – dice Sempé in queste pagine – sì, secondo me l’infanzia è una forma, contenuta, di disobbedienza». Il risultato di questa visione (in fondo generata dalla propria formazione) è visibile nei disegni del volume, in maggior parte inediti. Nei tratti di Sempé emerge l’ingenuità dell’infanzia ma anche un misurato spaccato sociale. Ricchi contro poveri, bambine contro bambini: l’infanzia per Sempé non può essere avulsa dal contesto in cui la si vive. Al contrario, viene enormemente segnata dalle vicende personali di ogni individuo, talvolta costretto a immaginare e talvolta costretto a vivere.  

Anche per questo, Infanzia – oltre ad essere una riflessione di Sempé sullo spirito contradditorio e in evoluzione dei bambini – è soprattutto la storia dello stesso Sempé. Dalle turbolenze scolastiche ai primi passi nel mondo dei fumetti, l’illustratore si racconta – non senza qualche indugio e con un po’ di timidezza – aprendo le porte al lettore sui primi decenni della propria esistenza. Se Sincere Amicizie si muove tra le vite di personaggi noti e incontri segnanti, qui la famiglia è centrale. Così come oscure figure di passaggio che hanno comunque lasciato un’impronta nel destino di Sempé: un destino in parte già scritto? Sul concetto di fato Sempé sembra non avere le idee chiare, mentre sull’idea che l’infanzia influisca sulle scelte della vita non ha dubbi. «Mi è capitato, qualche volta, di essere ragionevole, mai adulto», dice Sempé, mostrandoci inconsapevolmente la chiave per interpretare tutta la sua produzione.