Al MAXXI di Roma l’arte rinasce dagli scarti: Chris Soal trasforma tappi e carta vetrata in opere che sembrano respirare.
Al MAXXI di Roma, l’arte contemporanea sta vivendo una nuova esperienza nella quale, letteralmente, si rigenera grazie a Chris Soal, uno degli artisti più interessanti della scena attuale, che trasforma tappi di bottiglia, carta vetrata e stuzzicadenti in installazioni che sembrano pulsare di vita propria. La sua è una silenziosa rivoluzione della materia: ciò che la società scarta, lui lo fa rinascere in opere che si muovono tra biologia e poesia visiva.
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Chris Soal al MAXXI di Roma: dal rifiuto all’opera, la poetica dello scarto
All’interno del Corner MAXXI di Roma, fino al 27 novembre, è possibile visitare “Spillovers: Notes on a Phenomenological Ecology”, una mostra curata da Cesare Biasini Selvaggi, prodotta dalla Fondazione D’Arc con Piero Atchugarry Gallery e Montoro12 Gallery. L’ingresso è gratuito, ma la sensazione di stupore che si prova quando si entra è quella delle grandi mostre.
Le opere di Soal, composte da materiali poveri e industriali di scarto, creano un effetto “camouflage”: sembrano morbide e organiche, ma avvicinandosi si scopre che sono dure, taglienti, fatte di elementi di risulta. Stuzzicadenti, tappi color oro, cemento, carta vetrata — tutti elementi che nelle mani dell’artista si fondono in un unico organismo che destabilizza chi osserva.
Si tratta di lavori che richiamano i metalli preziosi dell’Africa, ma raccontano anche la povertà dei materiali e la nostra cultura dell’usa e getta.
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Soal non si limita a riciclare: reinterpreta gli oggetti. La componente ecologica non è un tema, ma una condizione. Un dialogo continuo con l’Africa nel quale i tappi dorati evocano le sue miniere, le trame abrasive la resistenza della terra stessa.
Il percorso espositivo è un continuo cambio di prospettiva: da lontano le opere sembrano fluide e pittoriche, da vicino rivelano la loro natura industriale. L’artista stesso ha rivelato di aver iniziato tutto fotografando nel 2017 un semplice scatolo di stuzzicadenti dal quale ha compreso che la materia poteva pensare, che anche l’oggetto più banale poteva generare forma.
Tra le opere in mostra spicca “Wear and Tear” (2025), definita dal curatore “una metopa contemporanea”. Su dischi di carta vetrata, Soal imprime immagini sovrapposte ispirate ai paesaggi del pittore sudafricano J.H. Pierneef. Il risultato è un ibrido visivo: un dipinto che sembra scolpito, una superficie che vive di erosione e memoria.
Photo Credits: Alessia Malorgio


