Nel cuore di Roma c’è un museo minuscolo e misterioso, nascosto in una chiesa gotica. Nessuno lo conosce, ma pochi lo dimenticano.

A pochi passi dal Vaticano ma lontano dai circuiti affollati dei grandi musei e dai flussi turistici tradizionali, si cela uno dei luoghi più singolari della capitale: il museo più piccolo di Roma. Un luogo tanto minuscolo quanto inquietante, nascosto dentro una chiesa dallo stile gotico che sembra sbucata da un’altra città e forse da un altro mondo. Nessun biglietto, nessuna fila, nessuna folla, ma un pugno di cimeli capaci di scuotere anche i più scettici. È il Museo delle Anime del Purgatorio. Scopriamolo insieme.

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Il museo più piccolo di Roma tocca l’anima nel profondo

Andiamo con ordine e partiamo con il dire che, per trovare il museo più piccolo di Roma, bisogna semplicemente entrare nella Chiesa del Sacro Cuore del Suffragio, sul Lungotevere Prati.

La chiesa è già di per sé unica: voluta dal missionario francese padre Victor Jouet e inaugurata all’inizio del ‘900, è soprannominata il “piccolo Duomo di Milano” per il suo stile gotico – che a Roma è rarissimo – fatto di guglie e vetrate affusolate. Ma è all’interno, nel corridoio che porta alla sacrestia, che si trova una teca incastonata nel muro, contenente una manciata di oggetti dal fascino oscuro: è il Museo delle Anime del Purgatorio.

La leggenda narra che tutto ebbe inizio nel 1897, quando un incendio distrusse parte della cappella dedicata alla Madonna del Rosario. Tra i fumi e la fuliggine, sulla parete dell’altare comparve l’impronta di un volto umano. Padre Jouet ne fu così colpito da convincersi che fosse una manifestazione di un’anima del Purgatorio. Da quel momento, iniziò a collezionare oggetti che – secondo le testimonianze – sarebbero stati toccati o bruciati da anime dei defunti tornate per chiedere preghiere.

La collezione è composta da poco più di una decina di oggetti. A prima vista, sembrano solo vecchi libri, pezzi di stoffa e tavolette annerite. Ma, a guardarli bene, ciascuno di loro racconta una storia. C’è l’impronta di tre dita lasciata nel 1871 da una defunta sul libro di preghiere della sorella viva, l’immagine di una mano impressa su una camicia, le bruciature su una tavoletta di legno lasciate da un’anima apparsa trent’anni dopo la sua morte. Non mancano le riproduzioni fotografiche di impronte e una banconota da 10 lire comparsa misteriosamente in un monastero, con la richiesta di dire messe per un sacerdote morto.

Padre Jouet viaggiò per anni in cerca di queste testimonianze, raccogliendone molte di più di quante ne sono oggi visibili. Nel 1920 fece una selezione, rimuovendo tutti i reperti dubbi o danneggiati, lasciando solo quelli ritenuti autentici. Lo scopo, come spiegava lui stesso, non era tanto creare un’attrazione turistica, quanto offrire un “monito visivo” sull’esistenza dell’Aldilà.

Il museo è visitabile gratuitamente durante gli orari di apertura della chiesa (generalmente la mattina presto e il tardo pomeriggio). Nessuna biglietteria, nessuna guida: basta spingere la porta, accendere la luce e immergersi nel silenzio di uno dei posti più piccoli ma intrisi di mistero della Città Eterna.

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