A Roma si trova la Porta Alchemica: secondo la leggenda una persona sparì misteriosamente quando la varcò lasciando dietro di sé dell’oro
Lo sapevi che nel cuore di Roma, tra il verde dei giardini di Piazza Vittorio Emanuele II, si cela un monumento unico e avvolto da un’aura di mistero? Stiamo parlando della Porta Alchemica, un enigmatico reperto che è tutto ciò che resta di una villa seicentesca. Carica di mistero, porta con sé simboli, leggende e tante domande rimaste ancora oggi senza risposta. Ma qual è la sua storia? E perché è considerata una delle attrazioni più affascinanti e insolite della Capitale?
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La Porta Alchemica: la leggenda nel cuore di Roma
Andiamo con ordine e partiamo dal principio. La Porta Alchemica dei giardini di Piazza Vittorio Emanuele II (conosciuta anche come Porta Magica, Porta Ermetica o Porta dei Cieli), risale alla seconda metà del XVII secolo. Fu costruita dal marchese Massimiliano Palombara di Pietraforte, un aristocratico romano appassionato di alchimia.
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La leggenda narra che un giorno il marchese ospitò nella sua villa un misterioso pellegrino, forse un alchimista, il quale trascorse la notte nel giardino alla ricerca di un’erba capace di produrre oro. La mattina dopo, l’uomo era scomparso e di lui non restavano che alcune pagliuzze d’oro e un manoscritto pieno di formule arcane e simboli esoterici. Il marchese, non riuscendo a decifrarli, decise di incidere quei simboli sulle porte e sui muri della sua villa, sperando che un giorno arrivasse qualcuno che potesse comprenderli.
La storia vera un po’ meno “magica”
Al di là della suggestione della bellissima leggenda, la storia documentata ci racconta che il marchese Palombara realizzò quelle incisioni insieme all’alchimista Giuseppe Francesco Borri, personaggio controverso che fu addirittura accusato di eresia dalla Santa Inquisizione.
Dopo una fuga attraverso tutta Europa, Borri fu incarcerato a Castel Sant’Angelo e successivamente accolto proprio nella villa del marchese in un regime di semi-libertà. Le iscrizioni furono realizzate tra il 1678 e il 1680, frutto della passione condivisa dai due per l’esoterismo e la scienza alchemica. I simboli incisi, infatti, sono autentici richiami a concetti ermetici e spirituali, che mescolano la filosofia naturale, l’astrologia e la ricerca della leggendaria pietra filosofale.
Oggi la Porta Alchemica si trova nel giardino di Piazza Vittorio, ma la sua posizione originale era a circa 50 metri più in là, lungo il muro perimetrale della Villa Palombara, situata tra l’attuale via Carlo Alberto e via di San Vito. Quando la villa fu demolita nel XIX secolo, la Porta venne smontata nel 1873 e ricostruita nel 1888 nel punto in cui si trova ancora oggi. Fu in quel momento che le furono affiancate le due enigmatiche statue del dio Bes, di origine egizia, in precedenza collocate nei giardini del Quirinale. Oggi la Porta è chiusa da una cancellata, ma continua ad attrarre curiosi, studiosi e appassionati di esoterismo da tutto il mondo, affascinati dai suoi simboli e dalle infinite interpretazioni che ha suscitato.
L’apertura straordinaria della Porta Alchemica
In occasione del Giubileo 2025, la Sovrintendenza Capitolina ha organizzato un’apertura straordinaria dell’area archeologica che ospita la Porta Alchemica e i vicini Trofei di Mario. L’appuntamento è per domenica 28 settembre 2025, dalle ore 9.30 alle 13.30 (ultimo ingresso ore 13.00), con accesso da Piazza Vittorio Emanuele, lato Via Carlo Alberto. Le visite saranno accompagnate da guide esperte in italiano e inglese, che offriranno pillole di storia e approfondimenti sul sito. L’ingresso sarà gratuito con la MIC Card, oppure secondo tariffazione ordinaria, regolato per un massimo di 25 persone alla volta.
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