La risposta è nelle frecce giganti viste dal cielo

PILOTA ITALIANO SCHERZA SU FB DOPO IL DISASTRO 

Prima del GPS, degli smartphone e prima ancora delle cartine geografiche, i pionieri del cielo – i primi aviatori che solcavano le distese azzurre dell’America – non avevano a disposizione grandi mezzi per essere geolocalizzati e rendersi esattamente conto della rotta che stavano seguendo.

Nel XX secolo, e per la precisione nel 1911, anno del primo volo ufficiale negli States con decollo da Petaluma, in California, e atterraggio a Santa Rosa, nello stesso stato, i primi piloti avevano bisogno di un piccolo aiuto da terra e l’aviazione a stelle e strisce realizzò una serie di frecce giganti – lunghe 21 metri – sul percorso che portava da una pista di atterraggio all’altra.

 

Inquietanti frecce nella foresta

Le frecce giganti – visibili dal satellite – venivano costruite in prossimità di fari o torri di controllo per essere così illuminate bene e indicare la retta via al velivolo. Nel 1924, anche il servizio di poste americano decise di facilitare le cose ai piloti – postini apponendo fino alla costa atlantica una serie di frecce giganti distanti 10 miglia l’una dall’altra.

Oggi i coniugi Brian and Charlotte Smith stanno ricostruendo questa avventura ormai lontanissima tra i cieli e sul sito ‘Arrows across America’ hanno già individuato 102 frecce – molte ancora intatte, altre quasi totalmente ricoperte dalla vegetazione – e chissà quante ce ne saranno ancora!