Sito archeologico sotto Porta di Roma? Un ingegnere (preferisce rimanere anonimo) dichiara che, al di sotto dell’immenso centro commerciale, si troverebbe un parco archeologico le cui dimensioni sarebbero pari a ‘sei volte quelle di Pompei’ Ecco la sconvolgente denuncia

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ROMA SITO ARCHEOLOGICO – CENTRO COMMERCIALE PORTA DI ROMA

Il centro commerciale Porta di Roma si erge sopra un sito archeologico che sarebbe grande sei volte quello di Pompei. La sconvolgente rivelazione arriva dalle parole di un ingegnere che ha voluto mantenere l’anonimato e che ha raccontato la sua verità al L’Unico, testata indipendente romana.

Un sito archeologico sotto Porta di Roma?

Il racconto dell’anonimo ingegnere è piuttosto dettagliato: sarà vero che sotto il centro commerciale Porta di Roma, inaugurato nel 2007, si nasconde un sito archeologico grande sei volte quello di Pompei?

La domanda è d’obbligo visti i particolari forniti dal sedicente professionista, che a riprova di quanto sostenuto, nell’intervista, spiega: “Non è una mia supposizione. Ci sono i sondaggi fatti dagli incaricati della Soprintendenza che lo testimoniano. L’accordo di programma prevedeva non a caso un Parco archeologico”.

Insomma, un vero e proprio tesoro proveniente dal passato fatto di resti di antiche ville ed altri reperti – che nessuno potrà mai vedere.

Nel Parco delle Sabine, e in gran parte sotto il centro commerciale Porta di Roma è sotterrato e nascosto uno dei più grandi siti archeologici italiani” continua l’ingegnere.

Il sito archeologico insabbiato per non fermare i lavori di Porta di Roma

Ma che fine ha fatto il Parco archeologico? Il professionista ritiene che lavorare su quei reperti avrebbe avuto come conseguenza il blocco dei lavori per la realizzazione del centro commerciale Porta di Roma.

E’ stato tutto insabbiato. Letteralmente – rivela ancora – Una parte della antica Fidenae di cui parla lo storico romano Tito Livio, città di origine etrusca e poi divenuta colonia romana, è stata seppellita per sempre dai 7 mila posti auto di Porta di Roma”.

Eppure, la Soprintendenza era informata, almeno così sostiene la fonte anonima: “C’erano della mappe, io le vidi al tempo dei sondaggi. Ho assistito a tutta la fase degli scavi”.

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