Roma, 2 novembre 2025 – Una scossa di terremoto di magnitudo 3.3 è stata registrata nella serata di sabato 1 novembre 2025 alle 22:47 (ora italiana), con epicentro al largo della Costa Laziale, a circa 5 chilometri di profondità.
Secondo i dati diffusi dalla Sala Sismica INGV-Roma, il sisma è stato localizzato a latitudine 41.3275 e longitudine 12.3205, davanti al litorale romano.

Il movimento tellurico, seppur di modesta intensità, è stato chiaramente avvertito nei comuni a sud della Capitale, in particolare ad Anzio, Nettuno, Aprilia, Pomezia, Fiumicino, Velletri, Latina e in diversi quartieri di Roma Sud. Numerose le segnalazioni sui social: su X (ex Twitter) un utente scrive ironicamente, “Terremoto anche qui a Torvaianica, bene! Ma un #terremoto non lo abbiamo? Provincia sud di Roma direi proprio di sì…”, testimoniando come la scossa sia stata percepita distintamente anche lungo la costa.

L’INGV ricorda che si tratta di un evento di bassa energia, compatibile con la normale attività sismica della fascia costiera tirrenica, dove periodicamente si registrano scosse superficiali legate a fenomeni tettonici locali.

Il ricordo del 2016: quando la terra tremò anche a Roma

Il terremoto di ieri ha inevitabilmente riacceso nei romani il ricordo del 30 ottobre 2016, quando una forte scossa di magnitudo 6.5 con epicentro a Norcia fece tremare l’intera Capitale.
Allora la città si svegliò all’alba, alle 7:40, con i palazzi che ondeggiavano e centinaia di segnalazioni ai Vigili del Fuoco. Si contarono 185 interventi in poche ore, tra verifiche statiche e soccorsi. Scuole chiuse, metro interrotta, controlli a tappeto su edifici pubblici e basiliche come San Paolo fuori le Mura e San Lorenzo, temporaneamente interdette.
Fu un momento di grande paura, anche se fortunatamente Roma non riportò danni gravi.

Monitoraggio continuo

La Protezione Civile del Lazio e l’INGV hanno rassicurato la popolazione: “Non risultano anomalie o sciami sismici in corso. L’evento del 1 novembre rientra nei parametri di normale attività della zona tirrenica”.
Le autorità, tuttavia, mantengono un monitoraggio costante, come previsto dai protocolli di prevenzione.