A Roma, città di meraviglie senza tempo, esiste un luogo capace di unire sacralità e inquietudine in un mix sorprendente. È la Basilica di Santo Stefano Rotondo al Celio, un edificio che colpisce non solo per la sua forma circolare – rara e affascinante – ma anche per gli affreschi che custodisce, così crudi e realistici da far pensare a un vero e proprio set cinematografico horror.

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Costruita nel V secolo, probabilmente per volere di Papa Leone I, Santo Stefano Rotondo rappresenta uno dei più antichi esempi di chiesa a pianta circolare della cristianità. La forma rotonda, simbolo di totalità e armonia, voleva richiamare la perfezione del creato. Entrando nella basilica, infatti, si ha la sensazione di trovarsi in un luogo ideato per trasmettere una spiritualità pura e geometrica.

Eppure, questa perfezione architettonica convive con un lato decisamente più cupo.

Gli affreschi che hanno fatto guadagnare alla chiesa la fama di “horror”

A rendere Santo Stefano Rotondo così unica – e, per molti versi, inquietante – è il celebre ciclo di affreschi realizzato dal Pomarancio (Niccolò Circignani) tra XVI e XVII secolo. Si tratta di 34 scene di martirio che illustrano, con impressionante dovizia di dettagli, i supplizi subiti dai primi cristiani: impalamenti, decapitazioni, roghi, squartamenti.

La crudezza delle immagini non è un effetto casuale: gli affreschi servivano come strumento didattico e ammonitivo, per ricordare ai fedeli la forza della fede e i pericoli del mondo. Oggi, però, è impossibile non rimanere colpiti dal loro impatto visivo quasi cinematografico.

Nel corso dei secoli, la basilica ha attraversato numerosi restauri che ne hanno modificato la struttura originaria. Alcuni elementi, come l’antico mosaico dell’abside e gli splendidi arredi liturgici, testimoniano il valore artistico dell’edificio, mentre le zone più in ombra mettono ancora più in risalto i drammatici affreschi del Pomarancio.

Negli ultimi anni, Santo Stefano Rotondo è diventata anche un’importante area di scavi archeologici, con ritrovamenti che hanno permesso di comprendere meglio l’evoluzione dell’edificio. I lavori di studio e restauro continuano tuttora, riportando alla luce materiali preziosi e nuovi dettagli sulla storia della basilica.

Un luogo da visitare… se avete il coraggio

Santo Stefano Rotondo è molto più di una semplice chiesa: è un sorprendente viaggio tra perfezione architettonica e inquietudini pittoriche, tra spiritualità e narrazione visiva estrema. Un luogo che merita di essere visto almeno una volta nella vita – magari mettendo in conto qualche brivido mentre ci si perde tra le sue scene di martirio.

Se amate l’arte, la storia e quel tocco di mistero che rende Roma unica, questa basilica è una tappa imperdibile.