Itiner-e, la nuova mappa digitale dell’Impero Romano, riscrive la storia: le strade non erano dritte, ma vive e perfettamente reali.
Tutte le strade portano a Roma? Assolutamente sì, ma non nella maniera che credevamo. Un gruppo di ricercatori ha realizzato Itiner-e, la prima mappa digitale completa e scientificamente verificata delle vie dell’Impero Romano. Un progetto meraviglioso che riscrive la geografia del mondo antico, svelando i percorsi reali — tortuosi, strategici, perfettamente adattati al territorio — su cui si reggeva la potenza di Roma.
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Itiner-e, la Google Maps dell’Antica Roma svela che le sue vie non erano dritte: il mito corretto da una mappa digitale
Per secoli abbiamo immaginato le strade romane come linee perfette tracciate col righello. Ma il progetto Itiner-e, pubblicato su Nature e coordinato da Pau de Soto dell’Universitat Autònoma de Barcelona, ha rivelato una realtà molto diversa.
I ricercatori hanno combinato fonti storiche, immagini satellitari, carte militari e rilievi topografici per ricostruire oltre 300mila chilometri di vie romane, il doppio rispetto a quanto si pensasse finora.
Ogni tratto è stato disegnato manualmente, seguendo la reale morfologia del terreno, con l’aiuto di 8.388 pietre miliari incise in latino, antiche mappe come la Tabula Peutingeriana e l’Itinerarium Antonini. Persino i satelliti della Guerra Fredda hanno aiutato a individuare le “tracce fantasma” delle vie perdute: sottili linee nei campi o nei rilievi agricoli che ancora ricalcano l’antica centuriazione romana. Il risultato? Una “Google Maps” dell’Antica Roma navigabile, interattiva e scientificamente precisa.
La mappa Itiner-e non è solo un capolavoro della tecnologia: è una chiave per comprendere come funzionava davvero il più grande impero della storia. Con questa piattaforma è possibile calcolare i tempi di percorrenza, i costi commerciali e le rotte militari dell’epoca, analizzando in modo realistico i collegamenti tra province lontanissime. Gli storici possono ora stimare quanto impiegasse un legionario per muoversi da una fortezza all’altra o quante giornate servissero per far arrivare il grano dall’Egitto a Roma.
Il progetto, completamente open source, è pensato come un archivio in evoluzione, aperto a ricercatori e appassionati. Ma il suo valore va oltre l’archeologia: ricorda che la forza di Roma stava nella connessione, nel costruire ponti tra popoli e culture. E oggi, nell’era delle reti digitali, questa mappa ci restituisce il senso originario della parola “rete”: pietra, strada e ingegno umano
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