Nel nome di Pirandello, Agrigento e Arsoli intrecciano i loro destini: un gemellaggio culturale che unisce Sicilia e Lazio in un legame di memoria e futuro.
L’eredità di Luigi Pirandello va oltre teatro e letteratura e continua a creare ponti inaspettati: è proprio nel nome del drammaturgo siciliano, premio Nobel e autore universale, che le città di Agrigento e di Arsoli hanno scelto di intrecciare i loro destini culturali. Un gemellaggio che unisce la Città dei Templi ai monti laziali, laddove Pirandello trovò ispirazione e amicizia, trasformando un piccolo borgo in un tassello del suo universo creativo. Scopriamo di più su questo nuovo legame.
Gemellaggio tra Agrigento e Arsoli: un legame nato dalla “Piccola Parigi”
Andiamo con ordine e partiamo dal principio. Il filo conduttore del gemellaggio tra Arsoli e Agrigento è ovviamente Luigi Pirandello e il suo rapporto con la cittadina del Lazio.
Negli anni Venti, durante i suoi soggiorni romani, lo scrittore frequentava il Caffè Altieri in Piazza Valeria, soprannominando il borgo “la Piccola Parigi”. Un’affezione, la sua, che è rimasta nella memoria e che oggi ritorna come occasione di scambio culturale.
L’accordo non a caso verrà formalizzato nel corso di questo 2025 – anno nel quale Agrigento si fregia del titolo di Capitale Italiana della Cultura – e consolida un percorso iniziato già nel 2024 con l’incontro tra i rappresentanti dei due Comuni durante la Festa del Mandorlo in Fiore.
Il gemellaggio non resta solo un evento da celebrare sulla carta o su un cartello stradale, ma prende vita in un vero e proprio programma di iniziative che animeranno Arsoli dal 4 al 6 settembre 2025.
Tra spettacoli musicali, passeggiate letterarie tra le novelle di Pirandello, mostre ed estemporanee di pittura celebrano il legame tra Sicilia e Lazio. Non mancheranno i momenti conviviali con street food, degustazioni e show cooking che accenderanno la piazza come luogo di incontro tra culture. Un modo per far sì che l’eredità pirandelliana diventi occasione di amicizia, turismo e crescita condivisa, mostrando come il patrimonio culturale sappia ancora oggi unire territori lontani.
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