Addio ai cipressi del Mausoleo di Augusto: i lavori li hanno abbattuti e sui social esplode la rabbia dei cittadini romani.

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Se a Roma sono iniziati i lavori intorno al Mausoleo di Augusto, il loro avvio non poteva che far esplodere le polemiche a causa dell’abbattimento degli storici cipressi che per decenni hanno incorniciato quello che è uno dei monumenti simbolo della Capitale. Non scompariranno per sempre e al loro posto sono stati piantati nuovi alberi più resistenti. Ma la decisione della Sovrintendenza non sembra aver convinto i romani, che sui social si sono scatenati e hanno parlato apertamente di uno “scempio”.

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Roma: abbattuti gli storici cipressi del Mausoleo di Augusto

Andiamo con ordine e partiamo dal principio. Secondo la Sovrintendenza capitolina, il taglio dei cipressi del Mausoleo di Augusto rientra in una nuova fase dei lavori di riqualificazione di Piazza Augusto Imperatore. L’obiettivo è quello di creare un percorso anulare accessibile e sicuro per i visitatori, migliorando al tempo stesso la fruizione del sito archeologico.

Le verifiche condotte dal CNR avevano segnalato condizioni critiche: molte piante erano malate o instabili, con rischio di cedimento. Una situazione che, spiegano i tecnici, non lasciava alternative. Per questo motivo si è deciso di sostituirle con nuovi esemplari di cipresso “Totem”, una varietà compatta e resistente, più adatta al contesto urbano.

Nonostante le spiegazioni ufficiali, però, l’indignazione dei romani non si è fatta attendere. Sui social si sono moltiplicati i post di protesta tra foto, commenti e hashtag che denunciano la perdita di un simbolo storico, dato che i cipressi erano ormai considerati parte integrante dell’immagine del Mausoleo.

C’è chi parla di un “atto di incuria culturale”, sottolineando che i nuovi alberi impiegheranno decenni per raggiungere la maestosità di quelli abbattuti. C’è chi invoca un ripensamento, chi chiede maggiore trasparenza, chi rimprovera alle istituzioni un eccesso di zelo tecnico a scapito della memoria e c’è chi parla apertamente di “scempio”.

Quella che resta è l’amarezza di una comunità che vede scomparire un frammento del paesaggio romano.

Photo Credits: Shutterstock