Protagonista involontaria di un caso “politico” dopo la vittoria dell’oro nella staffetta 4×400, Benedicta è cresciuta e si è evoluta, come donna e come atleta: ma non ha smesso di puntare sempre più in alto

Insieme a Libania Grenot, Raphaela Lukudo e Ayomide Folorunso, Maria Benedicta Chigbolu ha scritto una pagina di storia dell’atletica italiana, vincendo l’oro nella staffetta 4X400 ai Giochi del Mediterraneo nel 2018 e diventando poi protagonista involontaria, insieme alle sue compagne, di una foto virale e di un caso politico.

Chi non ricorda la foto condivisa anche da Roberto Saviano, con le quattro atlete italiane di colore in posa dopo la vittoria e l’hashtag “Prima le italiane”? All’epoca scoppiò un piccolo “caso”, vista anche la concomitanza proprio in quelle ore del raduno della Lega a Pontida e del putiferio social che seguì alla condivisione della foto sui social, anche da parte di personaggi politici, dove divenne virale in poche ore.

Maria Benedicta Chigbolu, dall’atletica agli spot con Chiara Ferragni

Oggi, a due anni da quella vittoria, Maria Benedicta prosegue per la sua strada, fra impegno sportivo e soddisfazioni di ogni genere: è stata sempre lei, con i suoi bellissimi capelli ricci, ad essere protagonista insieme a Chiara Ferragni dello spot Pantene della linea “Oh my gold”

Uno spot semplice e d’impatto, in cui l’azienda ha voluto affidare il suo marchio a quattro donne impegnate e determinate, fra cui spicca Chiara Ferragni per popolarità ma dove le altre non hanno fatto certo da cornice “muta”. Oltre a Benedicta infatti, per la quale parlano il suo curriculum sportivo, c’erano anche Chiara Scelsi, modella “atipica” lanciata da Karl Lagerfeld, e Lea T, modella transessuale che lotta contro l’omofobia.

Benedicta “la gazzella”

Ai microfoni di Renevews Benedicta, come ama essere chiamata, si è raccontata a tutto tondo, parlando dei suoi esordi nel mondo dello sport professionistico e della sua vita da atleta dell’Esercito, condita da sacrifici e soddisfazioni, ma anche di musica, di libertà e di indipendenza.

La gazzella” è il suo nomignolo del cuore, perchè è stata sua nonna a darglielo per prima, quando ancora non iniziava neanche a correre: una gazzella ambiziosa, che dice di darsi “otto come donna e sei come atleta“, perchè ha ancora tanto da dimostrare e da imparare. Come quella volta in cui cadde e perse il testimone durante una staffetta e soffrì moltissimo, perchè il suo errore costò la vittoria a tutta la squadra, ma prese l’occasione per mettersi in discussione e crescere.

Come si vede Benedicta fra dieci anni? Sempre veloce, sempre indipendente, magari mamma, con l’obiettivo di essere sempre di più “una bella persona”, trasmettere immagini e valori positivi, in un percorso di crescita pulito e grintoso come è stato fin ad ora.