Ad agosto, ‘Il canto di amore e morte’ di Rainer Maria Rilke, in scena presso la Torre di Celle sul Rigo di San Casciano dei Bagni (Si)

In un momento storico in cui le guerre ci scorrono vicine e ci vedono impotenti, dai grandi autori del passato si può trovare ispirazione per la pace, per sensibilizzare le nuove generazioni al contrasto dell’odio e delle violenze. Proprio per questi motivi torna in scena, in Italia, a partire dal 10 agosto 2023, lo spettacolo ‘ll canto di amore e morte’ di Rainer Maria Rilke, interpretato dall’attrice Gabriela Corini. Scene cavalleresche, ottimamente ambientate all’interno della piccola Torre di Celle sul Rigo, bellissima frazione di San Casciano dei Bagni (Si), daranno vita a uno spettacolo, ricco di una forza evocatrice e di un fascino remoto, in scena dopo circa 13 anni dal suo debutto presso il magnifico Castello di Sarteano (Si), poi replicato ad Arco (Tn), a Trento e presso la bellissima Torretta Valadier di Roma. La performance, in replica anche nelle serate dell’11, 12 e 13 agosto, narra di antichi cavalieri crociati vittime di un destino crudele, mentre avanzano verso il nemico: questi giovani, infatti, lontani dalla percezione dell’odio, non comprendono la ragione di tale violenza, ma si rifugiano, durante la dura marcia verso lo scontro, in dolci ricordi e struggimenti d’amore. Un capolavoro di Rainer Maria Rilke, uno dei più grandi poeti a cavallo XIX e XX secolo, è stato il talismano dei giovanissimi combattenti della prima guerra mondiale. Ecco perché l’attrice, Gabriela Corini, ha voluto riproporlo ancora con la sua potente interpretazione – proprio come lo mise in scena all’acuirsi dei conflitti in Afghanistan – per dedicarlo a tutti i giovanissimi soldati ucraini e russi, vittime di una guerra senza senso, che continua a mietere, come principali vittime, i soggetti più vulnerabili (per ulteriori informazioni e prenotazioni allo spettacolo, che si svolgerà presso la storica e suggestiva location di ‘La stanza della torre’ di Celle sul Rigo: info@sancascianoliving.it). Abbiamo dunque posto alcune domande all’attrice, Gabriela Corini, anche per conoscerla meglio come donna e farci raccontare da lei il suo percorso di artista.

Gabriela Corini, attrice, performer poliedrica, danzatrice, coreografa: da quando nasce il suo amore per l’arte?

“Da sempre. Ricordo che, fin da piccolissima, tipo quando avevo quattro-cinque anni, amavo la pittura, la danza, il teatro, manifestando ciò attraverso imponenti imbrattamenti delle pareti domestiche e rappresentazioni in giardino, in cui deliziavo parenti e conoscenti con canti, danze e recite. Poi avevo un teatrino, che a me sembrava un teatro dell’Opera: ci passavo ore a creare spettacoli con i burattini”.

Ha lavorato con danzatori e registi di fama nazionale come Elsa Piperno, Joseph Fontano, Roberta Garrison, Bob Curtis, Patrizia Cerroni, Vittorio Biagi, Rita Tamburi e Alfio Petrini: quale artista le ha dato di più in termini professionali?

“Ogni artista con cui ho lavorato aveva una personalità molto diversa e forte. Penso di aver attinto da ognuno di loro qualcosa, che mi ha permesso di crescere e maturare la mia personale visione”.

Perché la scelta di Rilke?

“Amore incondizionato”.

Il teatro può davvero sensibilizzare alla pace?

“Sì: è un mezzo forte e delicato allo stesso tempo, che può smuovere profondamente chi ne fruisce”.

Come pensa di coinvolgere le scuole in questo progetto?

“Purtroppo, in questo momento storico s’incontrano molte difficoltà, soprattutto per la ferruginosa organizzazione delle scuole nei grandi centri urbani. Poi, ammettiamolo: la pigrizia del corpo docente a far uscire le scolaresche è un limite oggettivo. In ogni caso, mi impegnerò molto a tal fine, perché ricordo quanto sia stato per me fondamentale l’approccio al teatro nell’infanzia. Cercherò, insieme a colleghi, di sensibilizzare le istituzioni per creare occasioni di riflessione, di dibattito, di sensibilizzazione contro la violenza in tutti i suoi aspetti. È compito di noi adulti contribuire alla crescita positiva dei giovani: essi sono i costruttori del nostro domani”.

Quali le prossime tappe di questo e/o altri spettacoli?

“A ottobre riprenderò ‘Ceneri alle Ceneri’, pietra miliare di Harold Pinter: un altro testo che mette in luce la disarmonia del mondo raccontando le atrocità dell’Olocausto, soprattutto nei confronti delle donne e dei bambini. Proprio per questo, la prima rappresentazione coinciderà con la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, partendo dall’Abruzzo”.

E quali altre iniziative artistiche conta di realizzare?

“Continuerò a proporre ‘Il canto di amore e morte’ e ‘Ceneri alle Ceneri’. Inoltre, sto lavorando a un altro testo di sensibilizzazione al tema della violenza contro le donne, al quale spero di associare anche un progetto audiovisivo”.

Intervista di Vittorio Lussana