Il Tax Credit costituisce ormai “strutturalmente” il 25% della produzione audiovisiva nazionale. L’interruzione di serie tv e film diventerebbe un problema non da poco sul versante occupazionale e dell’indotto.

Nel mondo dell’audiovisivo scoppia l’allarme sul tax credit. Le risorse messe a disposizione dal ministero per i Beni e le attività culturali non bastano. Vari produttori televisivi e cinematografici rischiano di non far partire produzioni previste senza la certezza di avere a disposizione le risorse spettanti dal tax credit. Un allarme in tal senso circola a proposito de II Paradiso delle Signore, esempio di serialità “lunga”, prodotta da Aurora TV e l’anno scorso andato in onda nella fascia pomeridiana su Rai 1. L’inizio delle riprese per la nuova stagione al momento – 8 mesi e un totale di 27.500 giornate di lavoro di tecnici e masteranze – è previsto per i primi giorni d’agosto.

Il Tax Credit costituisce ormai “strutturalmente” il 25% della produzione audiovisiva nazionale. L’interruzione di serie tv e film diventerebbe un problema non da poco sul versante occupazionale e dell’indotto. La perdita del beneficio dell’audiovisivo provoca le gravi conseguenze per le società di produzione televisiva e mette in pericolo la consegna del prodotto e il rispetto dei palinsesti.

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Per risolvere la situazione, si sono messe al lavoro l’Anica (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive Multimediali) e l’Apa (Associazione Produttori Audiovisivi) per cercare di trovare una quadra insieme al Ministero. Le associazioni studiano una proposta di cambiamento del tax credit da inviare al Mibac entro la prossima settimana. Al centro della questione l’agevolazione di nuovi successivi investimenti. Al momento per il 2019 ci sarebbero a disposizione 124 milioni di euro per il tax credit nel cinema e 97 per quello a vantaggio delle società di produzione televisiva, mentre le richieste del mondo del cinema pesano per 140 milioni e per 113 per l’audiovisivo. Al Mibac dunque le imprese chiedono così un finanziamento straordinario, circa 100 milioni di euro il “deficit” di risorse necessarie.

Il Ministero non avrebbe chiuso la porta all’affrontare la questione. Dall’altra parte ha chiesto alle imprese di trovare un accordo per arrivare a una soluzione condivisa per una revisione del meccanismo del tax credit, prioritaria rispetto all’arrivo di nuove dotazioni.