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Il 25 settembre è finalmente uscita l’ultima fatica di Immanuel Casto, che non dovrebbe di certo avere bisogno di presentazioni considerando gli anni di attività, gli album all’attivo e la fama che è riuscito a ritagliarsi soprattutto nel mondo del web e tra un certo pubblico come re assoluto del porn groove e come icona del mondo LGTB italiano.

The Pink Album, questo il titolo del quarto disco di inediti di Casto, potrebbe tuttavia sorprendere i suoi fan più affezionati per la piega ‘rosa’ (appunto) che toglie un po’ di provocazione ai testi di Immanuel: non troppa, a dire il vero, tanto che Casto (che di personalità ne ha da vendere) non perde di certo le proprie peculiarità e la propria riconoscibilità artistica.

“Devi sapere che per un po’ il disco doveva chiamarsi Disco Dildo, come una delle tracce dell’album. – mi rivela Immanuel – A parte il fatto che sarebbe stato poco rappresentativo dell’album, che ha degli aspetti molto intimi e molto emotivi, il produttore mi ha comunque sconsigliato questo titolo, dicendomi che poi per il firmacopie la Mondadori non mi avrebbe voluto. Be’, non mi hanno voluto lo stesso… (ride, ndr)”.

“Il titolo è autoironico, spero che questo venga colto. – mi spiega poi il cantante – È molto iconico, si rifà al White Album dei Beatles o al Black Album dei Metallica. Poi arrivo io con il Pink Album. Non è un colore a caso, è una scelta precisa, perché è il mio album più coraggioso. Sai perché è coraggioso? Parlo poco di sesso. È paradossale, ma è un album che parla molto d’amore. Mi sento molto esposto personalmente”.

Vi chiederete come mai Immanuel abbia sentito il bisogno di concedersi un po’ di sano romanticismo. “La sfida di questo album è stata quella di evolvere rimanendo fedele a me stesso. – commenta Immanuel quando gli chiedo come sia arrivato a questo punto artistico della sua carriera – Si tratta di costruire senza rinnegare nulla, nei miei live ci saranno sempre le mie prime canzoni. Però sono cambiato, rimane vivo il mio stile politicamente scorretto e anticonvenzionale. Non è un punto d’arrivo per la mia carriera perché voglio continuare per decenni e decenni, ma è lo specchio di un Immanuel trentenne che inizia a mettere da parte il glitter per il corpo e a raccontare storie un po’ più mature”.

Un esempio chiaro del ‘nuovo’ Immanuel è il singolo Da grande sarai fr**io, nato da un’idea di Fabio Canino: “È un brano che ha sorprendentemente tanti livelli di lettura. All’inizio sembra una parodia, un brano quasi omofobo. Poi arriva il ritornello e si capisce che è un uomo che parla ad un ragazzino i cui atteggiamenti lasciano intuire il suo orientamento sessuale. Già così scardiniamo quelle sciocchezze secondo cui l’omosessualità sia una scelta, non è assolutamente così. È un modo di essere, l’unica scelta che può essere promossa o boicottata quando si è adulti è accettarsi o meno”.

Vi lasciamo al video per l'intera intervista.