Ani DiFranco conquista Villa Ada con coerenza e spontaneità. La nostra recensione

E’ estremamente piacevole scoprire che, ancora oggi, esistano personaggi che fanno della  coerenza e spontaneità le armi migliori per comunicare con il proprio pubblico. La chitarrista e cantautrice statunitense Ani DiFranco rappresenta pienamente questa immagine d’artista (confermata dalla scelta di non legarsi ad alcuna major per realizzare i suoi album), libera d’esprimersi musicalmente ed attraverso i testi delle sue canzoni che l’hanno sempre rappresentata in pieno, senza alcun tipo di condizionamento.

Una realtà ribadita nuovamente nel suo concerto inaugurale ed anticipatore della nuova edizione della rassegna Roma Incontra il Mondo, ospitata sempre nel magnifico scenario di Villa Ada. Tema conduttore del live, preceduto dall’esibizione della vocalist Chastity Brown (poi, nuovamente sul palco a fianco di Ani) il nuovo album “Binary” che rappresenta l’ennesimo tassello di un percorso artistico di grande rilevanza. Un lavoro nel quale trovano posto tutte le sonorità amate dalla cantautrice americana: dal country al  rock, dal funky al soul, dal punk al grunge, senza dimenticare jazz e blues.

Insomma, una caleidoscopica tavolozza sonora che, dal vivo, trova interpreti di grande efficacia come il contrabbassista Todd Sickafoose, il batterista Terence Higginns, il chitarrista Luke Enyeart e, la già citata, Chastity Brown, in grado di rendere ancora più coinvolgenti brani (come la title track) che, nella versione in studio, si avvalgono della presenza di ospiti (fra i quali, Bon Iver) e di ulteriori apporti strumentali. Ma, quello che soprattutto colpisce è la bravura della protagonista, ottima nel districarsi agevolmente fra le molteplici chitarre utilizzate e dotata di una vocalità duttile e caratteristica.

Una personalità diretta e naturalmente portata al rapporto con un pubblico che la ama e ascolta con attenzione i siparietti che la DiFranco improvvisa, fra una canzone e l’altra, arrivando anche a chiamare sul palco una sua amica per leggere in italiano la traduzione del testo di “Binary”. O ancora, prima di eseguire uno dei brani più significativi della sua carriera, “Not A Pretty Girl”, parla della stampa americana che non la comprende e spesso le chiede il motivo del suo atteggiamento negativo a priori. Espressione, questa, di un modo di essere alternativa ed impegnata (la DiFranco è stata una delle prime artiste a dichiararsi bisessuale e si è sempre schierata politicamente contro l’omofofia, il sessismo, il razzismo etc.) che, invece, in Italia viene interpretato, fortunatamente, come volontà di esprimere le proprie idee.

Forse, anche per questo, Ani DiFranco (chiaramente di origini italiane da parte del padre) è legata al nostro paese e dopo un live davvero convincente dove trovano posto brani del passato come “Two Little Girls” o “Asis” e del presente, come “Telephatic”, “Even More” o la title track “Binary” (con la quale si chiude il concerto) non si fa pregare e ci regale ben tre bis, fra i quali  una splendida versione di “Which Side Are you on?”, brano “classico” e politico che narra le vicende legate ad uno sciopero dei minatori statunitensi nel 1931.