Sulla tavola che Rosa Chemical imbandisce per Sanremo 2023 ci sono solo ingredienti ‘Made in Italy’ per un menù irriverente fatto di amore, sesso e libertà.

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E adesso lasciateci fare / il sesso / l’amore / il sogno / la storia (Made in Italy). È questo, secondo Rosa Chemical, il passaggio chiave del brano con cui debutta al Festival di Sanremo. Scritto con Paolo Antonacci, composto da Oscar Inglese e Davide Simonetta e con la produzione di Bdope e Simonetta, ‘Made in Italy’ è un pezzo di provocazione destinato a spettinare (e a far riflettere) il pubblico della kermesse sollevando il velo su certi tabù. Ce ne parla l’artista a ruota libera e in tutta sincerità in questa chiacchierata.

Rosa Chemical al Festival di Sanremo con Made in Italy: che canzone è?
L’idea del brano è di Bdope e risale a due anni fa, ma abbiamo voluto darle nuova vita solo ultimamente. Avevo mandato la mia candidatura per il Festival ma le prime due idee di brani mi erano state bocciate. Mi ha stupito la richiesta della direzione artistica che da me voleva pezzi più alla Rosa Chemical; è allora che abbiamo pensato a questo pezzo. Recupera dei miei suoni più vecchi, se vogliamo, e quasi primordiali ma con tutta la mia anima dentro. Ci sono l’amore, il sesso, l’uguaglianza e la libertà, temi che porterò anche nella mia esibizione.

Rosa Chemical
Foto Arsenyco da Ufficio Stampa W4Y

Un brano, dunque, che non nasce per Sanremo.
Io non mi sono mai messo a tavolino per scrivere un pezzo per Sanremo, anzi come dicevo avevo due canzoni più digeribili per il festival. Avevo mandato quelle. Poi mi hanno detto che volevano qualcosa di più simile a me. L’idea originaria del testo risale a molto prima di pensare a Sanremo e con tutte le candidature che mi erano state già respinte, alla fine non ci speravo più. Questo è un pezzo nato per mettere a nudo la mia anima, parlando di cose che mi riguardano e mi toccano.

Ti ha stupito la richiesta di Amadeus di osare di più?
Quello dell’Ariston è un palco su cui non puoi fare tutto quello che vuoi, quindi mi sono comunque contenuto almeno nel linguaggio. Ma la forma e il pensiero sono i miei. L’apertura mentale che hanno dimostrato, come la direzione che Amadeus ha voluto dare, è molto figa, loro non volevano nulla di annacquato. Mi sento perfettamente a mio agio su questo brano.

“Parlo di temi spesso toccati in musica, io non ho inventato nulla”, spiega Rosa Chemical. “Ma, se dopo quarant’anni c’è bisogno di ripetere le stesse cose, significa che c’è un problema. Per questo sono qua ancora a parlare di sesso, di amore, di libertà e di uguaglianza”.

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La copertina ufficiale del brano è disponibile su OnlyFans mentre sulle altre piattaforme vedremo la versione clean: come mai questa scelta?
Sono il primo artista italiano a presentare la copertina originale del singolo su OnlyFans, dove posso pubblicare quello che mi va senza censura. A firmare la cover è Kali Yuga e la protagonista Alex Mucci, creator che sta supportando attivamente il nostro progetto. Io sono da sempre contro la censura, ho perso ben quattro profili Instagram per questo motivo, e sono l’artista più bannato d’Italia. Semplicemente mi sento a mio agio con la mia sessualità e con il mio corpo, e non ho problemi a farlo vedere al mondo. Non è il mio primo lavoro, quindi non voglio certo che la prima cosa sia il mio pene su OnlyFans. Io innanzitutto sono un artista e faccio arte: scrivo musica, video, curo gli shooting e le produzioni in prima linea, dipingo, sono un grafico e ho anche tatuato.

Hai citato i temi portanti del brano, ce li racconti meglio? E come suona Made in Italy?
Mi sento di dire che Made in Italy è una canzone leggera dal punto di vista musicale che arriva abbastanza in fretta con la sua cassa dritta. Ha un ritornello orecchiabile che si fa cantare e ballare, ma il messaggio non è così semplice e al pubblico di Sanremo, generalista, non è facile inculcare qualcosa che non sia considerata ‘normale’. Per esempio, ci sono citazioni in cui alludo a cose diverse dalla famiglia tradizionale così come sul piano sessuale. E cito i piedi che non sono certo un tabù per la mia generazione ma per altri lo sono; io credo che il corpo sia da amare tutto, pregi e difetti. È un pezzo sciocchino e non impegnato, almeno politicamente parlando, ma analizzandolo meglio ci sono tanti temi su cui riflettere.

Come la famiglia.
Siamo abituati all’idea che la famiglia debba essere formata da un uomo e da una donna ma non penso sia del tutto vero. Io sono cresciuto solo con mamma e forse due mamme mi avrebbero anche fatto comodo, mi sarebbe piaciuto. Quello che dico è semplicemente che esiste anche qualcos’altro. Lo stesso per le relazioni: io non riuscirei a stare in una relazione monogama perché non mi sento monogamo, sono molto promiscuo e una persona sola non mi basta. Soprattutto a livello fisico ma anche dal punto di vista mentale, sono connessi. A Sanremo non farò il bravo ma cercherò di concedermi una tregua perché ho bisogno di una stabilità mentale, cosa che una relazione non mi dà.

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Cosa significa, per te, vivere un amore libero?
Amore libero non vuol dire menefreghismo per l’altra persona e non è nemmeno una forma di egoismo. Forse, al contrario, è anche qualcosa di più difficile rispetto a una relazione chiusa. Si aprono nuove strade e nuovi rischi, per questo ci sono dei limiti. Nel mio caso so che alla mia ragazza dà fastidio che dorma con altre persone, la considera una cosa molto intima e non la fa stare bene. Un altro limite, poi, in molte coppie è chiarire subito se dire o non dire quando si fa sesso con un’altra persona. La bugia è il vero tradimento. La priorità resta sempre il proprio partner e quello che conta è esserci nel momento del bisogno.

“L’Italia non è pronta ma qualcuno deve essere il primo a parlare così apertamente di certi temi”, afferma Rosa Chemical. “Io non sono certo il primo a parlare di femminilità, smalto e uomini con la gonna. Tolto Il triangolo di Renato Zero, solo ora si inizia a parlare di temi come il poliamore. Mi sento di dire che sta nascendo altro e si sta normalizzando”.

Rosa Chemical
Foto Arsenyco da Ufficio Stampa W4Y

Che forma assume, quindi, il tradimento per te?
Il mio concetto di tradimento va al di fuori dalla sessualità. Tradire non è fare sesso con un’altra persona, io penso alla fiducia. Ho una relazione aperta con una ragazza e lei ha il tutto diritto di fare sesso con un’altra persona per il suo piacere ma ciò non vuol dire che io la ami di meno. Amore libero non è solo aggiungere persone alla relazione né ha a che fare con il genere. Non c’è distinzione tra etero, gay, bisessuali e pansessuali. So bene che sono tutti temi su cui riflettere e ovviamente sono pronto al dibattito e al confronto. Capisco che non sia una cosa facile e che la canzone divide.

Perché portare un pezzo così divisivo come Made in Italy su un palco come quello di Sanremo?
Per dire la mia a più persone possibili. Spesso vengo preso come un accusatore ma io mi sento piuttosto un difensore. Non ho la verità assoluta, semplicemente credo di avere un punto di vista diverso. E forse è per questo che mi si scambia per uno che accusa. Ma il mio progetto non è questo. Sto lavorando tanto per prepararmi al palco e, cosa che non ho mai fatto prima, sto seguendo lezioni di canto ogni giorno. Ho preso Sanremo seriamente, non sono qua per fare il pagliaccio. La mia paura più grande è che sono un tipo ansioso e soffro di attacchi di panico. Una volta, prima di un concerto, mi è successo e sono dovuto scappare via. Ma sto affrontando la cosa e sto bene da tempo, anche grazie all’aiuto di una terapista.

“La mia è una canzone provocatoria? La mia provocazione quest’anno è portare un pensiero diverso, un punto di vista differente dai pensieri generalisti dell’Italia”, conclude Rosa Chemical

Foto Arsenyco da Ufficio Stampa W4Y