Alfa arriva sul palco del Festival di Sanremo 2024 con ‘Vai’, brano nato oltreoceano con sfumature folk. L’intervista al giovane cantautore.

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È con il brano Vai! che Alfa, cantautore genovese classe 2000 tra le voci più riconosciute e riconoscibili della Generazione Z, arriva al suo primo Festival di Sanremo. E l’itinerario non è stato certo lineare. Chiamato a partecipare alle audizioni per Sanremo Giovani nel 2022, fu poi escluso perché la febbre gli impedì di presentarsi. Ma quel sogno sfumato, si è trasformato dodici mesi dopo in un ingresso dall’ingresso principale e in un biglietto staccato per l’Ariston selezionato da Amadeus tra i big.

Da ligure, Alfa gioca in casa forte di un anno carico di successi trainati da quel Bellissimissima a quota tre dischi di platino e con una serie di palazzetti già annunciati. Scritto da Alfa (Andrea De Filippi) che ne ha composto anche la musica insieme ai producer statunitensi Ian Scott  e Mark Jackson, Vai! sarà contenuto nel nuovo album ‘Non so chi ha creato il mondo ma so che era innamorato’, dal 16 febbraio in digitale e dal 23 febbraio in picture disc.

Alfa
Cover da Ufficio Stampa

Alfa, o meglio Andrea, come è nata Vai!?
Parte da uno spunto autobiografico. Ho iniziato quasi involontariamente questa mia avventura nella musica: non ho fatto talent ed ero al liceo quando Cin Cin mi cambiò letteralmente la vita. Il successo virale di quel brano mi ha catapultato in un altro mondo. E mi sono ritrovato a non sapere dove stessi andando ma andavo avanti. Questo è il senso di Vai! che è anche generazionale perché dentro c’è la storia di diversi amici che hanno la mia stessa età. Siamo una generazione che ha pochi punti di riferimento ma che decide di andare avanti. Di muoversi da un punto A a un punto B. Ed è un po’ come vedo io la musica, nel senso che non mi vedo a fare questo lavoro per tutta la vita: non sono uno di quelli che si vuole ritrovare a fare concerti solo perché il pubblico vuole ascoltare le canzoni di repertorio.

Piano B?
A oggi vorrei arrivare a un certo obiettivo che per scaramanzia non si dice. Ma se dovessi finire le cose da dire, ho altri interessi e passioni. Continuo a studiare Economia all’Università. Vedremo.

Stando invece al piano A, lo scorso anno hai sfiorato il festival – eliminato da Sanremo Giovani perché per malattia non hai sostenuto le audizioni – e quest’anno entri dalla porta principale. E giochi in casa, da genovese.
Dal giorno in cui ho scoperto che la musica poteva essere un lavoro per me, ho iniziato a crederci tantissimo e Sanremo, ancor più da ligure, è un must. Ho tantissimi ricordi, anche dei festival pre Amadeus… cito Gabbani e Silvestri per dirne due. Ricordo quando nonna commentava i vestiti sul palco da buona genovese criticona. Per me il festival è un po’ famiglia. Non sono mai entrato all’Ariston e quindi non ho esattamente idea di cosa mi aspetterà lì dentro, ma ho tanti bei ricordi famigliari, come momento di unione.

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Aspettative?
Ho cercato di ridurre le aspettative a zero, per me è un onore già essere un big per Amadeus. Di mio, poi, sono competitivo e voglio quanto meno fare bella figura. Vorrei evitare di stonare o che mi cada il microfono! A livello umano poi, ora che sta diventando sempre più reale, vorrei divertirmi. Non voglio che i tre minuti dell’esibizione siano solo concentrazione e ansia. Spero che dopo tutta questa fatica, emotivamente sia un bel momento.

E come ti stai preparando?
Come insegnano gli studi classici, con tanto metodo e lavoro, che è poi il modo per contenere l’ansia. E il metodo, finora, è quello che mi ha premiato. Volevo, anzi, che mamma se ne accorgesse. Considera che è un medico quindi il fatto che mi dedicassi alla musica non è stato subito facile da digerire. E poi, ovviamente, ci sono l’alimentazione, l’allenamento e lo studio.

In Vai! c’è un curioso fischio folk: come nasce?
Fa parte di un disco, ‘Non so chi ha creato il mondo ma so che era innamorato’ (dal 16 febbraio, ndr), che è un viaggio nella musica folk. Nasce dalla considerazione che anche il cantautorato di Genova ha una componente folk, pensiamo solo a De André. Quindi ho pensato che se certe canzoni sono arrivate in inglese, allora posso portare quella sonorità in italiano: è la mia scommessa. Siamo andati in America a lavorare e il fischio di Vai! è stato un modo per comunicare con i produttori. Arriva dalla Mulholland Drive di Los Angeles dove mi trovavo con loro.

Ora, il mio inglese è a livello liceale così, nella scrittura della canzone, abbiamo iniziato a parlarci solo con dei suoni quasi gutturali. Tra questi anche il fischio che si sente nel brano. Ecco, porto l’America italianizzata in Italia. Per il resto, questo album è un disco d’amore senza l’amore perché la mia vita è talmente piena in questo momento che non c’è spazio. Ma so bene l’amore arriva sempre per caso.

Alfa
Foto di FIliberto Signorello da Ufficio Stampa

Abbiamo visto sui social la prima reazione, poi chi hai chiamato subito dopo aver scoperto che avresti calcato l’Ariston?
Beh, l’istinto iniziale mi ha fatto piangere; è stata una reazione abbastanza chiara. Poi, ho chiamato proprio mia mamma perché essere a Sanremo significa anche dimostrare ai miei genitori che posso percorrere questa strada. Averli all’Ariston? È quasi troppo ma se volessero prendere i biglietti mi farebbe piacere… anche se sinceramente sarebbe meglio se non venissero per non aggiungere ansia all’ansia! Mi dicono sarà un inferno quella settimana, quindi immagino che non ci sarà neanche modo di vederli.

La musica come è entrata nella tua vita di ragazzino?
Il mio rapporto con la musica nasce dalla chitarra, elettrica e acustica, ed è passato attraverso il rap che mi ha fatto scoprire la mia voce facendo battaglie di freestyle. Ma il rap ha iniziato ad annoiarmi anche perché i suoi valori non mi stavano più bene. Ok la rivalsa sociale ma non l’ostentazione del denaro, della ricchezza… Così, sono passato a scrivere canzoni d’amore pop che caricavo su YouTube un po’ come se fosse un diario.

Mi è stato molto utile perché non mi rendevo conto di quante persone stessi raggiungendo e, come ho detto, neanche pensavo a diventare un cantante… potevo dirlo come un ragazzino che sogna di fare l’astronauta. È cambiato tutto, poi, con Cin Cin, scritta dopo il primo amore traumatico. L’ho caricata dal nulla e il primo mese è stato normale poi è diventata virale su TikTok e con il passaparola è uscita dalla sola dimensione social diventando un successo discografico.

È stato tutto così veloce che in un’estate ero diventato un cantante. C’erano artisti che si chiedevano chi fosse quel tale Alfa che in Top Ten si piazzava prima di loro! Mi scrissero tutte le etichette… oggi lo ricordo con il sorriso ma allora fu traumatico. Per due anni mi sono chiesto se fosse la cosa che volevo. La gavetta è arrivata dopo, canzone dopo canzone, concerto dopo concerto fino ad arrivare al punto dove siamo oggi.

Alfa tour
Locandina da Ufficio Stampa

Hai accennato al senso di rivalsa del rap ma per te, che hai raccontato di essere stato preso in giro da ragazzino per il tuo peso, essere a Sanremo che sapore ha?
Ero grasso e timido alle medie e forse essere a Sanremo è un po’ rivalsa. Diciamo che non succede tutti i giorni che lo sfigato della scuola faccia il cantante, non ho le peculiarità della popstar. Direi anzi che oggi la musica è eccessivamente cool ma se tu sei incero con te stesso, penso che questa attitudine arrivi e la porto avanti con orgoglio.

Non sarei a mio agio vestito Prada o Gucci, quindi anche a Sanremo mi vedrete in un modo che forse su quel palco è insolito. Quindi direi rivalsa sì, ma senza troppa rabbia. Il mio rapporto con il corpo è ancora difficile, mi vedo sempre troppo grasso quindi mi porto dietro le prese in giro di quando ero un ragazzino. Ma ho perdonati quelle persone, siamo tutti stupidi a quell’età e alcuni anzi mi ha chiesto accrediti ai concerti perché le loro ragazze ascoltano le mie canzoni.

Come è andato il primo incontro con l’orchestra?
È stato emozionante. Avevo già suonato con un’orchestra ma, questa volta, averla di fronte è stato impegnativo a livello emozionale. A livello di canzone, poi, il pezzo si presta molto, con un certo andamento epico in cui gli strumenti aiutano a raggiungere una dimensione più grande. Sentendola in questa versione mi ha colpito molto perché temevo si snaturasse la matrice elettronica ma Luca Chiaravalli ha fatto un gran lavoro, e il pezzo ne risulta elevato.

Quest’anno ogni artista in gara sarà anche presentatore di un collega in gara. Chi vorresti presentare e da chi ti piacerebbe essere presentato?
Uh, mi piacerebbe presentare artisti che hanno nomi e titoli di canzoni semplici! Perché so che se sbaglio si perdono punti al Fantasanremo! Da chi vorrei essere presentato? magari da Fiorella Mannoia perché mia mamma è sua fan.

Hai dei riti scaramantici prima di esibirti?

Sono scaramantico e faccio mille riti ma sono convinto che se li rivelo non valgono più. Quindi non  ne svelo nessuno, sono superstiziosissimo!

I biglietti per le date live sono disponibili in prevendita su TicketOne a questo link.

Foto di Filiberto Signorello da Ufficio Stampa