I Måneskin dominano il palco dei loro primi stadi italiani – Olimpico e San Siro – con due doppiette sold out dalla temperatura altissima.

Si parte dal rock e dalla sua energia; si aggiungono glam e sensualità a piene mani. Un bel po’ di spregiudicatezza, talento, carisma e passione quanto basta. Cucinando ben bene questi ingredienti, con il collante della musica, il risultato è lo show dritto, potente e dall’appeal internazionale con il quale i Måneskin si sono portati a casa la loro (prima) doppietta a San Siro dopo le date romane.

A Damiano, Victoria, Thomas ed Ethan spetta, tra l’altro, l’onore di chiudere il sipario sui concerti estivi al Meazza in una delle stagioni più ricche che il calendario meneghino ricordi. E lo stadio lombardo vibrerà ancora a lungo sulla scia dell’ultimo pezzo a conclusione dei bis, I Wanna Be Your Slave.

Se ancora ce ne fosse stato bisogno, la band ha dimostrato di saper surfare con grinta, divertimento, consapevolezza e godimento sui 60mila (moltiplicati per due) di San Siro togliendosi anche qualche sassolino dalla scarpa. “Siamo molto contenti di essere qui, un po’ meno che questa sia l’ultima data”, sono le prime parole del leader Damiano sul palco di Milano. “Ma ca**o se sono andati bene questi stadi, ne siamo molto felici. Essere qui per noi, oggi, è un traguardo però per arrivarci siamo partiti da qualche parte […] Quando noi quattro abbiamo iniziato a suonare, l’abbiamo fatto senza nessun tipo di pretesa. Lo abbiamo fatto perché ci piaceva, ci divertiva e ci faceva stare bene”.

Maneskin San Siro
Foto di Francesco Prandoni da Ufficio Stampa Wfy

“Però ci sono stati dei momenti che ci hanno fatto capire che effettivamente questa cosa si poteva fare”, prosegue Damiano. “E allora abbiamo cominciato a sognare: dei concerti tutti nostri, poi le arene, poi anche gli stadi. Mi sembra corretto dire che questa sera stiamo portando a compimento un sogno. Noi ringraziamo spesso il nostro pubblico, e tantissimo è grazie a voi, però – concedetecelo – un po’ è anche grazie a noi”.

E introducendo Beggin’, aggiunge: “Questa canzone ha segnato uno dei momenti più importanti della nostra breve, per ora, carriera. Ed è stato un pezzo che è stato nostra croce e delizia. Ci ha dato successo e lo abbiamo portato su alcuni dei palchi più importanti al mondo, ditemi chi altro… Croce perché una delle critiche che ci è stata mossa più spesso, soprattutto qui in Italia, è che abbiamo costruito il nostro successo sulle cover. Però, se posso dire la mia, lo consiglio vivamente a tutti gli altri allora, perché porta bene”.

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Da Don’t Wanna Sleep a The Loneliest, passando per Gossip, Zitti e Buoni, Mammamia, quella dei Måneskin è una cavalcata potente di poco meno di due ore. E se le fiamme si accendono incandescenti su Gasoline – forse il momento più caldo dello show, letteralmente – con Le parole lontane, Coraline, Torna a casa e Vent’anni (entrambi in acustico) e The Loneliest ecco che la folla viene cullata. Perché i quattro giovani romani che hanno conquistato il mondo sanno essere acqua e fuoco, fiamme e commozione, esuberanza e intimismo.

Non c’è dubbio che i Måneskin abbiano ancora da crescere (e il margine è ampio) e che la sfida sia quella di costruire un repertorio più che solido. Sarà da capire se la direzione privilegerà l’estero o ripoterà il cuore in Italia. Ma la strada è aperta e, anche se a volte potrà essere accidentata, Damiano and Co. hanno i motori caldi.

Maneskin San Siro
Foto di Francesco Prandoni da Ufficio Stampa Wfy
Maneskin San Siro
Foto di Francesco Prandoni da Ufficio Stampa Wfy

La scaletta dei Måneskin negli stadi

  • Don’t Wanna Sleep
  • Gossi
  • Zitti e buoni
  • Chosen
  • Own My Mind
  • Supermodel   
  • Le parole lontane
  • Baby Said
  • Bla Bla Bla
  • Beggin’
  • In nome del padre
  • For Your Love
  • Coraline
Maneskin San Siro
Foto di Francesco Prandoni da Ufficio Stampa Wfy

PALCO B

  • Gasoline
  • Timezone
  • I Wanna Be Your Slave

Acustico

  • Torna a casa
  • Vent’anni

PALCO A

  • Intro Basso Batteria
  • La fine
  • Mark Chapman
  • Mammamia
  • Kool Kids

BIS

  • The Loneliest
  • I Wanna Be Your Slave

Foto di Francesco Prandoni da Ufficio Stampa Wfy