Esce ‘RengaNek’, l’album di inediti di Francesco Renga e Nek che ci hanno raccontato la loro estate live e cosa significa essere genitori oggi. L’intervista.

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A inaugurare la stagione discografica post-estate è, venerdì 8 settembre, ‘RengaNek’, album di Francesco Renga e Nek con undici brani inediti. E pensare che all’inizio avrebbe dovuto essere solo una festa all’Arena di Verona per celebrare la carriera dei due artisti italiani. In breve, il progetto si è trasformato in un tour estivo in tutta Italia – che arriverà anche nei palazzetti – e in un disco interamente a due voci che fotografa un momento particolarmente felice. Ma che viaggio è stato, e continua a essere, quello di Francesco e Filippo in questo 2023? Ce lo hanno raccontato i protagonisti a poche ora dalla pubblicazione dell’album.

La campanella di inizio scuola per l’album ‘RengaNek’ suona ufficialmente l’8 settembre ma durante le vacanze avete fatto i compiti. Che stagione è stata per voi quest’estate 2023 live?

Francesco Renga: Sì, quest’estate abbiamo fatto i compiti proprio perché questo album è un compito delle vacanze. In realtà questo disco nasce per fermare nel tempo e fotografare il nostro tour. Di solito è vero il contrario, si fa un disco e poi si va in tour. In questo caso, invece, navighiamo a vista come stiamo facendo ormai da quasi un anno (anche se di vista ce n’è poca ormai, ride). Quello che voglio dire è che ‘RengaNek’ nasce senza nessun’altra velleità se non come album che vuole fermare nel tempo questo tour bellissimo che stiamo portando avanti.

Renga Nek
Cover album da Ufficio Stampa P&D

E che non doveva nemmeno essere un tour, perché l’idea era quella di fare una festa all’Arena di Verona per celebrare i suoi 30 anni e i miei 40. È difficile da spiegare e da capire, perché facciamo fatica anche noi stessi in realtà… semplicemente è un progetto che non sottintende nessun tipo di strategia. E, appunto, navighiamo a vista. Per la prima volta, entrambi stiamo cercando di fare in assoluta libertà e leggerezza quello che ci piace e ci accontenta, sperando piaccia e accontenti anche il nostro pubblico.

Nek: hai presente la sensazione di quanto sei entusiasta e ti vieni voglia di fare sempre di più? Senti la spinta a fare cose e a non accontentarti di quello che hai già fatto ma vuoi molto di più, vuoi continuare a dare qualcosa di più. Quindi, noi siamo andati oltre il nostro repertorio e abbiamo deciso che poteva essere bello, per sottolineare questo momento, fare un disco di inediti e non di cose live o già sentite. È un disco completamente nuovo.

L’album contiene undici brani tutti a due voci: qual è stato l’aspetto più sfidante nella selezione di una tracklist per ‘RengaNek’ che rappresentasse al meglio ciascuno di voi?

Nek: Beh, intanto siamo stati super partes, cioè molto più interpreti che autori e compositori. E questo ci ha permesso di ascoltare le canzoni e di recepire l’emozione. E di capire, almeno credo, in molto più distaccato e libero quali punti potesse fare uno e quali l’altro. O comunque, comprendere come queste canzoni potessero esistere a due voci. E devo dire che tutti i pezzi – eccezion fatta per uno perché abbiamo deciso di tenerlo in coda per un futuro prossimo (vedi alla voce Sanremo 2024?, ndr) – che sono stati raccolti per questo disco sono andati direttamente nell’album. Non abbiamo fatto una lista di canzoni da cui abbiamo fatto una scelta, questa sì questa no…

Renga: L’abbiamo fatto mentre eravamo in tour, fra l’altro. In generale, la barra è sempre stata la vocalità, che poi è stato anche il motivo principale per il quale ci siamo trovati all’inizio per festeggiare questi nostri anni di carriera. Ma nella testa c’era anche quella sensazione sorprendente di quando abbiamo sentito le due voci insieme. Quindi, un repertorio simile per cui solo uno come Filippo può cantare il mio e probabilmente la stessa cosa vale anche per lui perché sono repertori difficili.

Quindi, tornando al disco, le canzoni dovevano essere canzoni cantabili e cantate, cosa che già è grande novità perché negli ultimi periodi un po’ si era persa l’idea che serve saper cantare per fare questo lavoro. Da lì, poi, le tematiche che sono arrivate sono quelle che condividiamo anche nella vita: le paure, i timori, la gioia, la bellezza, l’amore, i figli, le responsabilità. Tutto quello che attraversa la vita di Filippo e la mia, che è fondamentalmente la vita di un cinquantenne . Tutto questo è entrato nel disco per quanto riguarda la narrazione, però di base c’è che sono delle canzoni che vanno cantate.

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Dal punto di vista autorale ci sono penne diverse per generazione e per attitudine (Giuliano Sangiorgi a Matteo Bocelli, da Luca Chiaravalli a Raige). Quanto è stato stimolante, anche in termini di interpretazione, confrontarsi con un ventaglio espressivo così ampio?

Nek: Beh, alcuni di questi autori è stato facile. Matteo Bocelli, per esempio, l’ho visto crescere avendolo conosciuto quando era un bambino. Non mi sarei mai immaginato che potesse arrivare a scrivere canzoni e c’è un bellissimo rapporto di amicizia come, del resto, con tutti gli altri. Noi abbiamo condiviso tantissimo con gli stessi autori per anni a partire da Luca Chiaravalli, che ha prodotto i suoi dischi da solista ancor prima di produrre i miei. Con Federica Camba ho lavorato a un album nel 2013 e la conoscevo addirittura fin dagli Anni Novanta. Diciamo che con molti di loro siamo cresciuti: con Cheope che ha scritto per me un album, con Raige che ha scritto delle canzoni…

Insomma loro sono un po’ noi e noi siamo un po’ loro. Conoscono il nostro linguaggio e questo è un valore aggiunto perché sanno esattamente quali possono essere i nostri limiti e quanto spaziare con la voce di uno e la voce dell’altro.

Renga: Poi c’è da dire che molte cose le abbiamo create insieme, cioè eravamo lì proprio nel momento in cui nascevano. E quindi non abbiamo solo filtrato ma abbiamo collaborato a tutto quanto e tutto è stato rivisto e rimodulato da noi. il fatto che il repertorio fosse neutro è stata una grande  mossa vincente perché in questo modo non c’era troppo della personalità mia né troppo della personalità di Filippo. Così, siamo stati veramente liberi di scegliere, guidati semplicemente dall’istinto, dalla sua musicalità e dal suo essere musicista. Quindi è stata per me una cosa molto nuova, molto eccitante e che mi ha dato una bella energia.

Renga Nek
Foto di Beppe Gallo da Ufficio Stampa P&D

Avete già alle spalle l’esperienza in trio con Max Pezzali, ma cosa significa per un artista affermato e con un percorso solista alle spalle condividere il palco? Con quali dinamiche di coppia deve fare i conti nella costruzione dello show anche rispetto all’attenzione del pubblico?

Nek: Il fatto che tra di noi non c’è chi primeggia rispetto all’altro. È naturale che noi abbiamo a che fare sempre con il nostro ego ma, in questo caso, quando c’è un applauso è un applauso che condividiamo e ci prendiamo entrambi. Per il buon acuto di uno e l’uscita di scena dell’altro, bisogna vederlo il concerto. È una festa, veramente una cosa sentita da entrambi.

Renga: Guarda, l’unica cosa difficile è nei momenti in cui ci scappa da ridere quando succede qualcosa di strano! C’è una leggerezza tutta nuova, difficile da spiegare perché bisogna veramente vedere lo spettacolo. Devo dire che la cosa bella e sorprendente è che è stato così da subito, dalla prima data è partito così. Perché appunto non c’è un retropensiero o uno studio ma semplicemente sono due amici che si trovano sul palcoscenico a fare una cosa bella, con il rispetto che ognuno di noi deve portare per il repertorio dell’altro e anche per il pubblico.

È vero che i nostri pubblici si assomigliano ma non è lo stesso: tutti applaudono tutti, però sai che quando stai facendo Laura non c’è la stai facendo davanti al pubblico di Filippo. Così come quando lui fa Vivendo adesso la sta facendo davanti al mio pubblico. Ma tutto questo, secondo me, è alleggerito da questa sensazione di divertimento che portiamo nel pubblico e nella gente.

Tra i temi che avete citato, ci sono i figli. Da padri di famiglia quali siete che tipo di emergenza educativa avvertite di fronte alle notizie di cronaca che vedono giovani donne vittime di violenze o di omicidi? Che responsabilità sentite verso le nuove generazioni?

Nek: Per quel riguarda me, ho una figlia di 12 anni che vive in un momento in cui i social sono molto forti. Vedo tutta quella generazione sempre agganciata al telefonino. Compatibilmente con quanto posso io in presenza e quanto riesce a fare mia moglie, cerchiamo di farle vivere la vita. E di spiegarle come funziona il mondo non guardandolo attraverso un cellulare ma guardandolo per come è. Da genitori, cerchiamo di difenderla perché mia figlia guarda spesso il quadrante di un telefonino e usa il telefono per rapportarsi con gli altri. Quando posso me la porto con me e le faccio vedere che lavoro fa il suo papà e che serve lavorare per raggiungere determinati risultati. C’è bisogno di pazienza, di costanza, di impegno [per spiegarle] che non arriva tutto perché ti viene dato o hai una via preferenziale. Bisogna guadagnarselo.

Il mondo che ci circonda è un mondo selvaggio e quando mi fa ascoltare alcune canzoni di artisti che si esprimono attraverso dei testi molto diretti, le dico: ‘Bea, ma capisci il senso di queste frasi dette proprio così, che danno una fotografia esatta di quello che pensa questa persona?”. Tra le altre cose, il pericolo è che i nostri ragazzi non sappiano che noi siamo cerchiamo di essere in linea con loro. Ovvero che pensino che noi parliamo un’altra lingua.

È sbagliato pensarlo perché questo ti allontana inevitabilmente dal loro mondo. Certo, è un mondo diverso dal nostro però quello che possiamo fare noi genitori è essere di esempio. Nel momento stesso in cui io dico a mia figlia di non fare qualcosa e poi la faccio io è chiaro che perdo credibilità. Devo cercare di parlare con mia figlia e di essere coerente con quello che sono perché altrimenti la mia educazione fallisce. Insomma, è complicata la faccenda.

Renga: È molto complicata e credo, come dicevi tu, che ci sia un’emergenza educativa importante. Un allarme che secondo me non bisogna assolutamente sottovalutare perché credo che siamo già andati molto oltre. Io e Filippo forse abbiamo avuto fortuna o forse semplicemente siamo stati bravi, sia io che Ambra e Filippo con Patrizia. Quello che manca, in realtà, è proprio questo tipo di educazione che nasce dall’esempio. L’educazione è l’esempio che dai, quindi a un figlio non puoi spiegare questo è bene e questo è male, devi farlo. Loro ti guardano, soprattutto quando sono molto piccoli, e ti imitano facendo quello che fai tu.

Questa è la prima cosa e, quindi, se c’è questa emergenza credo che sia un problema educativo e quindi genitoriale, che riguarda la famiglia e la scuola. È un discorso molto ampio da fare però credo che il problema fondamentalmente non sia tanto dell’adolescente violento o che ha perso qualsiasi tipo di contatto con la realtà perché vive in un videogame o in un film porno. Ma credo sia proprio una questione di educazione che è venuta a mancare e del degrado di una classe genitoriale che coinvolge anche la scuola e poi la società tutta.

Tornando al progetto ‘RengaNek’, adesso si riparte in tour anche nei palazzetti.

Renga: In realtà, come dicevo prima, doveva essere solo l’Arena di Verona con una questa grande festa. Poi è stata la gente che l’ha chiesto e abbiamo continuato. Quindi non sappiamo bene cosa succederà… Sicuramente questo tour lo porteremo alla fine, se arriviamo vivi… Dopodiché vediamo quello che ci riservirà il futuro però siamo molto propositivi. È un bel momento per tutti e due.

Le date del tour autunnale

Questi i prossimi appuntamenti live di RengaNek:

  • 07 settembre – Piazza della Loggia – BRESCIA
  • 09 settembre- Planet Arena – PAESTUM (SA)
  • 07 ottobre – Mediolanum Forum di Assago – MILANO data speciale
  • 10 settembre – Teatro Gabriele D’Annunzio – PESCARA
  • 11 ottobre – Teatro Augusteo – NAPOLI
  • 12 ottobre – Teatro Team – BARI
  • 16 ottobre – Europauditorium – BOLOGNA
  • 19 ottobre – Teatro Verdi – FIRENZE
  • 21 ottobre – Teatro Colosseo – TORINO

I biglietti sono disponibili in prevendita su www.ticketone.it e nei punti vendita abituali. Per info: www.friendsandpartners.it

Foto di Beppe Gallo da Ufficio Stampa P&D