Si intitola ‘Questa Pelle’ il nuovo album di Eva Pevarello, sette brani in cui la cantautrice sviscera i lati della propria personalità e omaggia le sue origini gitane. L’intervista.

loading

È disponibile su tutte le piattaforme digitali il nuovo album di Eva Pevarello, ‘Questa Pelle’ (Pulse Srls – distribuzione The Orchard), sette brani intensi in cui la cantautrice ritorna alle origini. Dopo la partecipazione a X Factor e a Sanremo Giovani 2018, Eva compie un nuovo percorso musicale di cui ha curato anche la produzione insieme a Simone De Filippis. Un itinerario che approfondisce la personalità e che, inevitabilmente, si confronta con le proprie radici gitane. Da qui anche l’esigenza di cantare in Sinto, lingua natale di Eva che si fa strumento per raccontare testi potenti e densi.

“Ho scelto di intitolare l’album ‘Questa Pelle’, come si vede anche dalla copertina, perché è una mia foto a pelle nuda dove mostro tutti i miei tatuaggi”, spiega Eva. “Racconta veramente di me, della mia esperienza e della persona che sono . Di tutto il mio vissuto. Per la prima volta ho portato all’interno della mia musica anche le mie origini gitane e quindi sono me stessa al 100%, anzi al 1000%”, prosegue.

Eva Pevarello Questa Pelle
Cover da Ufficio Stampa

In che arco di tempo sono nate e come hai lavorato a queste tracce?

Queste tracce sono nate negli ultimi quattro anni anche se in realtà all’interno di questo disco è presente una traccia, Solo tu, che ho scritto dopo poco dopo la mia partecipazione X Factor. Quindi è un po’ più datata. Nel complesso, però, ho lavorato all’album nel corso degli ultimi quattro anni diciamo da quando mi sono trasferita a Roma proprio per lavorare al mio disco. E sono nate piano piano: alcune le ho scritte nel giro di due giorni, altre invece hanno subito diverse trasformazioni. Quindi si sono evolute nel corso del tempo e non c’è un tempo prestabilito. Diciamo per fare musica a volte le cose ti vengono così, dal nulla e già funzionano, altre volte invece ci devi lavorare di più tempo per trovare la veste giusta.

La scelta di essere anche co-produttrice di questo lavoro che tipo di responsabilità, da una parte, e libertà, dall’altra, ti ha dato?

Sicuramente, aver coprodotto questo disco mi dà una soddisfazione enorme perché sono riuscita a mettere del mio anche in questo. Ed è sicuramente una grossa responsabilità ma, ripeto, la soddisfazione è impagabile quindi non potrei essere ere più felice di così. Ne approfitto per ringraziare tantissimo il mio producer, Simone De Filippis, che mi ha aiutato con le produzioni del disco: senza di lui questo album non suonerebbe così, non sarebbe uguale. Quindi grazie davvero Simone, sei stato fondamentale in questo lavoro. Ti voglio bene.

LEGGI ANCHE: — Nocta racconta il successo virale di ‘Paola’: una storia tra social e realtà

Hai definito questo album come un nuovo inizio: che cosa ti sei lasciata alle spalle e che cosa, invece, continui ad avere con te nel tuo viaggio musicale?

Mi sono lasciata le spalle la vecchia Eva alla quale avevano appiccicato addosso un sacco di etichette uscendo dal talent. Ovviamente, poi, vieni inquadrato sotto quella cosa lì quindi per me questo disco è veramente una liberazione, una rinascita. E adesso mi presento libera, indipendente, senza vincoli di nessun tipo e sincera al 100%. Porto proprio la mia identità, quello che sono e tutto il mio vissuto.  

‘Questa Pelle’ racconta anche un ritorno alle origini, anzi è propriamente una rivendicazione delle tue origini gitane anche dal punto di vista linguistico. Quanto è stato più facile, e in cosa invece più difficile, cantare in Sinto rispetto all’italiano?

Devo dire che cantare in Sinto, in realtà, è molto più facile almeno per me che cantare in italiano anche per il fatto che, visto che le persone non capiscono bene quello che stai dicendo, ti senti un po’ più libera. In tutto: nella pronuncia, nella cadenza, nel vibrato, nel modo di cantare proprio in generale. Tra l’altro c’è un piccolo aneddoto: durante la pandemia mi sono vista un po’ di volte con Antonio Diodato, che è un amico, che era venuto qui a Roma.

Eva Pevarello
Foto di Valentina de Santis da Ufficio Stampa

Si era preso un appartamento in affitto e una giorno sono andata là da lui per fargli sentire tutte le mie cose tra cui Tine mal, tutto cantato in Sinto. Lo ha scritto mio padre. Antonio è rimasto super colpito da questa canzone tanto suggerirmi di fare tutto il disco così. Mi ha fatto riflettere questa cosa tant’è che è proprio stato ciò che alla fine mi ha convinto del fatto che dovevo portare le mie origini all’interno della mia musica.

Se oggi ripensi alla partecipazione a X Factor prima e a Sanremo Giovani poi, quali sono le istantanee che ti tornano alla mente?

Sia X Factor che Sanremo Giovani sono state due esperienze veramente fortissime. Per quanto riguarda X Factor, lo dico sempre, sono eternamente grata a questo talent perché mi ha permesso di mettermi alla prova come mai prima. E soprattutto mi ha fatto capire che potevo fare la musicista, e soprattutto che lo volevo. Quindi è stato determinante nella mia vita e nella mia carriera. Poi c’è tutto il post, che è tosto emotivamente da sopportare e da vivere. Dal niente ti sparano a più un milione e poi quando finisce il programma sei sotto zero proprio. Quindi non è stato semplice ma sono qua, ho fatto questo disco quindi tutto alla grande.

Per quanto riguarda, invece, Sanremo Giovani anche lì è stata un’esperienza super. Hanno proprio ragione quando dicono che come il palco di Sanremo, a livello di emozione, non ce n’è. Anche se il teatro è piccolissimo, quando sali su quel palco è una cosa assurda, un’emozione così grande non l’ho mai provata nella mia vita. Spero un giorno di tornarci, magari con una cosa mia Sarebbe stupendo.

Eva Pevarello
Foto di Valentina de Santis da Ufficio Stampa

Nel 2023 hai avuto modo di collaborare con Daniele Silvestri nel suo ultimo progetto di inediti: che esperienza è stata?

Beh, anche questa è stata un’esperienza incredibile. Non mi sarei mai aspettata che Daniele Silvestri mi chiamasse e mi chiedesse “Eva, ma ti va di fare un feat. nel mio disco nuovo?”. Mi ricordo che quando mi ha chiamata sono rimasta super sorpresa, non sapevo neanche cosa dire. Mi ha chiesto questa collaborazione perché aveva un brano in cui parla di una zingara, quindi gli sono venuta in mente io e mi ha chiesto di partecipare. Gli ho detto subito sì. Sono andata in studio il giorno dopo. È nato tutto dall’oggi al domani: assurdo, stupendo.

Che cosa auguri a ‘Questa Pelle’? E che tipo di pubblico speri che raggiunga?

Auguro ovviamente di arrivare a più persone possibile, in modo di avere la possibilità di farsi ascoltare da tutti. In particolare, vorrei che arrivasse a chi apprezza la mia musica a prescindere dal tipo di pubblico. Non punto a un pubblico preciso ma alle persone che mi apprezzano e che mi seguono per quella che sono e per quello che faccio. Sicuramente, l’obiettivo più grande per me in questo momento è riuscire a fare più live possibili. Per quanto mi riguarda, il bello di fare questo lavoro è salire sul palco e condividere con tutti quello che fino al momento prima era rimasto chiuso in quattro mura. Questo è l’augurio più grande che mi posso fare: quello di fare più live possibili e farmi conoscere perché sto ripartendo un po’ da zero con questo progetto.

Foto di Valentina de Santis da Ufficio Stampa