Tra Spoleto e Foligno, lungo la via Flaminia fermatevi ad ammirare le fonti del Clitunno: anche Virgilio ne rimase estasiato

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In Umbria si nasconde un piccolo angolo di paradiso venerato dai Romani e apprezzato da scrittori antichi come Plinio il Giovane o Virgilio, ma anche da poeti dell’800 come Lord Byron: avete mai sentito parlare delle Fonti del Clitunno?

Le sorgenti sotterranee del fiume Clitunno sgorgano da piccole fessure nelle rocce attraverso polle situate sul fondo del laghetto che, per i colori della vegetazione e della fauna presente – nonché i riverberi del sole – sembra uscire da un dipinto impressionista.

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Conosciute per la rigenerante bellezza e il potere catartico delle sue acque, le fonti del Clitunno erano luogo di culto per i Romani che veneravano l’omonimo dio a cui erano soliti dedicare una volta l’anno i Clitunnali.

Fonti del Clitunno: storia, silenzio e… magia

A testimonianza dell’importanza del culto del dio Clitunno anche i templi e i saccelli lungo il fiume; più a valle, poi, è possibile ammirare il tempietto del Clitunno, Patrimonio dell’Umanità secondo quanto sancito dall’Unesco.

Tanti prima di noi hanno decantato le bellezze del luogo: da Plinio il Giovane a Virgilio passando per Giosuè Carducci o Lord Byron.

Nelle Georgiche, l’autore de L’Eneide, ha potuto constatare come gli animali una volta immersi nelle acque magiche del lago del Clitunno, uscissero completamente purificate, mentre il poeta inglese nel 1817 definì la sorgente come “il più grazioso fiumicello di tutta la poesia”.

A celebrare le odi di Carducci dedicate alle fonti del Clitunno troviamo una stele commemorativa al termine della passeggiata lungo il fiumiciattolo che ci conduce alla fine di questo suggestivo e eden umbro tra Spoleto e Foligno, lungo la Via Flaminia.

Foto: Shutterstock