Lungo la via delle Indie di ‘Pechino Espress’ viaggiano anche Dario Vergassola e la figlia Caterina. La nostra intervista agli Ipocondriaci.

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Cosa potrà mai succedere mettendo insieme due ipocondriaci fino al midollo in un viaggio avventuroso come quello di Pechino Express? A vivere quest’esperienza, con un buona dose di ansia, è stata la coppia formata da Dario Vergassola e dalla figlia Caterina, partita lungo la via delle Indie con un bagaglio di paure piuttosto ingombrante. Le loro imprese sono in onda ogni giovedì, in prima serata su Sky Uno e in streaming solo su NOW, sempre disponibile on demand, visibile su Sky Go. Padre e figlia ci hanno confidato qualche pensiero a poche ore dallo start sul piccolo schermo.

“La prima, la seconda, la terza ma pure la quarta e la quinta reazione sono state no!”, racconta la coppia con ironia. “Poi hanno parlato di un assegno in anticipo, e allora l’idea ci è piaciuta…” chiosa il giornalista e comico sorridendo. Tante, ovviamente, per due ipocondriaci e ansiosi come loro le preoccupazioni pre-partenza. “Allora io ero un po’ preoccupata per il fatto di partire con mio papà…”, spiega Caterina interrotta dal padre che snocciola un elenco di problemi. Dalla pressione alta alle infiammazioni, fino a quel tallone che fa male e a un’unghia nera.

Dario Vergassola e Caterina
Foto da Ufficio Stampa Sky

“Andare d’accordo con papà mi preoccupava – ammette ancora Caterina Vergassola – temevo che avremmo potuto litigare come si litiga naturalmente”. “Dì la verità, avevi paura di quanto costasse il ritorno della salma!”, interviene Dario. “No quella, era compresa!”, risponde pronta la figlia. “Diciamo che la cosa che alla fine ci siamo trovati bene, e anche per le discussioni mi sono trattenuto per non svegliare le tigri intorno”, confessa ancora Vergassola. “Avevamo il cobra che ci dormiva vicino, e noi stavamo dentro una tenda che non capivo come aprire…”

E il racconto si fa esilarante: “Davvero, ogni volta dallo zaino tiravo fuori tutta la roba e c’era tutta la mia vita dentro. Due chili di farmaci, il coltellino svizzero che era la nostra la nostra fede la nostra difesa e quando, poi, la mattina metteva dentro la roba non trovavo più una mazza!”. Ma veniamo alle paure della partenza: “Cosa abbiamo lasciato là? Direi solo il bagno da campo, il defibrillatore ormai scarico e il set di bisturi”, replica Dario.

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Più seria la risposta di Caterina Vergassola: “Sono partita germofobica, ma ci siamo resi conto che c’erano dei problemi molto più grandi. Quindi non c’era più da preoccuparsi dei germi perché c’erano le tigri, abbiamo rivisto le nostre scale di priorità. E se prima partivo anche per Roma o Milano portandomi un sacco di gel igienizzante, ho smesso e ho alleggerito lo zaino”.

Che fotografia da incorniciare resta, quindi, dopo Pechino Express? “Lo abbiamo fatto davvero, cioè siamo tornati e, appena siamo arrivati a casa, abbiamo fatto stampare la prima cartina. Abitiamo in case diverse ma l’abbiamo a perpetua memoria, giuro!”, conclude la coppia.

Foto da Ufficio Stampa Sky / Kikapress