‘Ossi di Seppia’ è la prima serie ‘nonfiction’ pensata per riconnettere i Milllennials e la Generazione Z con il senso della memoria. La settima puntata ripercorre la storia di Georgiana Masi.

Ci sono storie che entrano di diritto in quella che si chiama memoria collettiva. Colpi di scena, punti di svolta, momenti che fanno da spartiacque e che ti fanno ricordare, anche anni dopo, dov’eri e cosa stavi facendo in quel preciso momento. Una galleria di fatti che guardando indietro creano un vero e proprio album dei ricordi e parlano anche della società del momento, scattandone una istantanea.

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Ossi di Seppia è un format originale Raiplay dedicato a questi fatti. 26 episodi per 26 momenti che hanno colpito l’immaginario collettivo. Dall’arrivo di Maradona a Napoli alla morte di Papa Luciani, passando per il caso Tortora o la crisi energetica degli anni ’70.

Il programma va in onda dal 25 ottobre su RaiPlay e dal 30 ottobre su Rai3.

La settima puntata del format ripercorre la storia di Georgiana Masi, ammazzata da un colpo di pistola all’addome il 12 maggio 1977 a Ponte Garibaldi, a Roma, a due passi dal popolare quartiere di Trastevere, durante una manifestazione politica. Una storia che scotta, perché l’allora Ministro dell’Interno negò che tra la folla fossero presenti poliziotti in borghese e armati -come invece sostengono i radicali- e che venne riaperta da una foto, che smentisce il Ministro e getta benzina sul fuoco di un delitto per cui non venne mai punito il colpevole. A scattarla è il fotoreporter Tano D’Amico.

«Si vedeva un poliziotto giovane, con la capigliatura di quel tempo, con gli indumenti che portavano i manifestanti in quel tempo, con la borsa che era di moda in quel tempo. E con la pistola in mano…Allora non esistevano agenti donne. Dalle mie immagini si vedeva che quel giorno c’erano agenti simili a manifestanti. Allora mi fu fatta capire questa verità orrenda: che doveva essere ucciso qualcuno a priori. E si sparò su una donna per non correre il rischio di uccidere un collega», dichiarò il fotografo.

La morte della diciannovenne romana cambia la storia del nostro Paese. Tutti gli anni il 12 maggio in Piazza Sonnino, a due passi dal luogo dell’omicidio, viene ricordata Giorgiana Masi. E la sua storia è rimasta simbolo di lotte giovanili ed è ancora oggetto di forte polemica.

La nuova edizione di Ossi di Seppia prevede ventisei episodi per ventisei esercizi di memoria, raccontati da testimoni d’eccezione che snocciolano, settimana dopo settimana, quei fatti che hanno colpito l’immaginario nel recente passato, provando a dare chiavi di lettura anche del presente.