Su Disney+ arriva il documentario ‘Topolino: La Storia di un Topo’. La nostra intervista a Meghan Walsh e Carmenita Higginbotham.

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Un documentario che celebra Topolino e che arriva su Disney+, non a caso, il 18 novembre in occasione del 94esimo compleanno di Mickey Mouse. È Topolino: La Storia di un Topo, prodotto da Disney Original Documentary e diretto da Jeff Malmberg. Tra i produttori figurano anche Morgan Neville (vincitore dell’Academy Award per 20 Feet from Stardom), Meghan Walsh e Chris Shellen.

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Topolino: La Storia di un Topo ci conduce per mano tra i fasti della notorietà di Mickey Mouse, partendo dalla sua nascita, avvenuta in un momento difficile della carriera di Walt Disney. Eppure, è proprio Topolino il protagonista del primo cortometraggio d’animazione con sonoro della storia (Steamboat Willie). Un traguardo che ha permesso a questo personaggio immaginario di entrare nella storia e, nello stesso tempo, di farsi influenzare dalla società della nazione (gli USA, prevalentemente) che è arrivato con gli anni a rappresentare.

«Nel realizzare questo documentario ho capito tante cose. Mi ha colpito, ad esempio, la presenza di Mickey durante l’Olocausto. – ci rivela Meghan Walsh – Non avevo mai messo insieme gli eventi storici e mi ha affascinata vedere quanto Mickey Mouse fosse presente anche in Europa durante la seconda guerra mondiale. E come la sua immagine venisse usata anche nei momenti più bui della storia dell’uomo. Personalmente per me è stato illuminante».

Proprio per approfondire questi aspetti meno noti della storia di Topolino, nel documentario troviamo anche i commenti della storica d’arte Carmenita Higginbotham, con cui siamo riusciti a scambiare quattro chiacchiere.

«Sono sempre rimasta affascinata dal modo in cui siamo capaci di vivere l’universo Disney nel corso dei decenni. – ci dice – Penso ai miei momenti con Mickey Mouse e ai miei ricordi e mi rivelano chi fossi all’epoca. È stato incredibile capire di far parte di questa traiettoria, vedere i cambiamenti nel comportamento e nella presentazione di Mickey. Ma anche semplicemente le caratteristiche e la personalità che lo definiscono e come sono cambiate negli anni. È stato sorprendente».

Topolino, la propaganda, le guerre

Come anticipato da Meghan, il documentario mostra infatti anche la portata sociale dei cambiamenti di Topolino. Senza nascondere la polvere sotto il tappeto, le immagini raccontano dello stretto rapporto tra propaganda bellica e Walt Disney. In una luce che oggi sarebbe assolutamente inaccettabile, ma che all’epoca appariva naturale.

«Credo – dice Carmenita – che sia importante ricordare il modo in cui la Disney si è intrecciata ai trend culturali. Per cui è facile notare il legame tra le produzioni disneyane del 1940 e le attività per i diritti civili. O quelle degli anni ’60 e ’70 in rapporto alla Guerra del Vietnam. Ci sono una serie di momenti culturali che hanno portato la Disney, e la rappresentazione di Topolino, a cambiare in modo sottile nel tempo. O a non cambiare affatto. E ora cosa dobbiamo aspettarci? Direi che nella rappresentazione dei personaggi incombe la politica dell’identità. Credo che in futuro sarà fondamentale un monitoraggio della Disney su istanze come razza, genere, sessualità. Ogni forma di identità. Topolino è la cifra per capire come si pone la Disney su questi temi e anche cosa ne pensa in media l’America».

In fondo – dice Meghan – l’idea del documentario era semplice. Realizzare «un ritratto gioioso e onesto di Topolino». E se è vero che Topolino sia sempre stato vettore di «gioia e felicità», in passato Walt Disney e il team d’animazione «hanno usato l’immagine di Mickey in modo dannoso. Non possiamo ignorarlo». Oggi Topolino ha 94 anni, «ha attraversato con noi il 20esimo secolo – precisa Meghan – ma è un secolo pieno anche di cose orribili». Del resto, come aggiunge Carmenita, «è bene ricordare che le rappresentazioni sono sempre prodotti dell’epoca in cui vengono create. Topolino oggi è un simbolo potentissimo, sopravvissuto proprio perché è stato maneggiato da un pubblico molto vasto».

Il cortometraggio di un minuto

Dobbiamo tuttavia sottolineare che, al netto del racconto storico, l’immagine di Topolino nel documentario appare come il terreno comune di diverse generazioni in ogni parte del mondo. E, all’interno di Topolino: La Storia di un Topo, troverete anche il nuovissimo cortometraggio Topolino in un minuto, realizzato in animazione tradizionale da Eric Goldberg, Mark Henn e Randy Haycock. Un corto che ci mostra 94 anni di vita di Mickey Mouse in 60 secondi. «Come diciamo nel film – chiosa Meghan – Topolino sta ritornando alle sue origini. Gli è concesso essere arrabbiato e mostrare le sue emozioni. È importante perché la sua personalità gli permetterà di arrivare anche alle prossime generazioni».