Una grande modernità nei temi, una storia appassionante e una serie di copertine artistiche: ingredienti di un successo che arriva dal passato.

Con 200mila copie vendute e 17 ristampe all’attivo, la saga di Blackwater si impone come fenomeno letterario dell’estate e non solo. Niente male per una serie di libri pubblicati per la prima volta nel 1983.

È invecchiata benissimo la storia ambientata a Perdido, paesino realmente esistente dell’Alabama, tanto che parlando di schiavitù e rivalsa sociale in chiave horror gotic è riuscito a conquistare non solo i giovani lettori, attirati dal tam tam social scatenato dal BookTok, ma anche i più adulti e i più critici.

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L’autore della saga non è infatti certo un esordiente. Michael McDowell è stato autore e sceneggiatore di film storici come Beetlejuice e Nightmare Before Christmas, oltre che grande amico di Tim Burton e Stephen King (che lo definiva il miglior autore di paperback originali degli Stati Uniti). Attivista per i diritti civili, è morto nel 1999.

La saga di Blackwater – che inizia con La piena e si sviluppa in sei capitoli (La Diga, La CasaLa GuerraLa Fortuna e La Pioggia) – racconta la storia della famiglia Caskey. Attraversa le vicende dell’America dell’epoca (la grande depressione, la guerra mondiale e il boom economico post-bellico) con uno sguardo incredibilmente moderno. Si parla di razzismo ma anche di rispetto per l’ambiente. I protagonisti sono infatti singolarmente mindfree per l’epoca. E la famiglia che viene tratteggiata non è certo tradizionale ma più vicina all’anima queer che tanto bene ci ha spiegato, negli ultimi tratti della sua vita, Michela Murgia.

Blackwater è edito da Neri Pozza e le sue copertine sono uno dei motivi per cui l’edizione cartacea è così ricercata. Veri e propri gioielli con effetto laminato, realizzate su commissione dall’artista Pedro Oyarbide.