Gravity è un film di fantascienza del 2013, diretto da Alfonso Cuaròn e interpretato magistralmente da Sandra Bullock e George Clooney, che ha portato a casa ben 7 Oscar sui 10 a cui è stato candidato.

Non essendo presentato come un documentario vero e proprio, nel film risulta una serie di blooper di natura fisica, che la maggior parte degli spettatori non avrà di certo notato. Chi ha studiato ingegneria spaziale, invece, avrà immediatamente carpito più di qualche bufala, incongruenze e errori in Gravity.

A poche settimane dall'uscita della pellicola, molti esperti e studiosi di fisica non hanno mancato di dare un'opinione tecnica riguardo ad alcune scene del film ritenute imprecise e abbastanza lontane dalla realtà: mentre sono stati largamente apprezzati sia la ricostruzione fedele del telescopio Hubble e della Stazione Spaziale Internazionale, sia gli scorci dello spazio e della Terra, molti errori in Gravity si sono concentrati su due aspetti in particolare.

SALVATE IL SOLDATO RYAN, VI SIETE ACCORTI DI QUANTI ERRORI?

Il primo riguarda il modo in cui si muovono i due astronauti nello spazio: impensabile, per esempio, spostarsi dall'Hubble all'ISS senza un adeguato supporto tecnologico date le differenze orbitali; il secondo aspetto fortemente criticato è la rapidità con cui si muovono i detriti: come dichiarato nel film, infatti, i materiali che subiscono impatti spaziali a velocità così elevate si frantumano in mille pezzi anziché ondeggiare.

Molti giudizi negativi coinvolgono inoltre le lacrime volanti della dottoressa Ryan: quando piange, infatti, nella scena vediamo che una lacrima si stacca e volteggia in aria, ma nella realtà ciò non sarebbe possibile a causa della tensione superficiale.

 

La mise sexy di Sandra Bullock in canotterina e shorts attillati quando si toglie la tuta dopo aver pressurizzato il modulo dell'ISS cozza con i protocolli reali che gli astronauti dovrebbero rispettare: la dr.ssa Stone, infatti, avrebbe dovuto indossare una tuta termica bianca – con tanto di antiestetico pannolone – munita di tubi di acqua calda per regolare la temperatura corporea, ma visto il corpo che a 49 anni si ritrova, meglio, come suggerito da Giovanni Bignami, Presidente dell'Istituto Nazionale di Astrofisica, sulle pagine del quotidiano La Stampa “munirsi di sospensione dell'incredulità” e far finta di credere alle immagini proposte.