In un luogo dove vengono uccise in media 11 donne al giorno, l’artista ricorda Giulia Cecchettin e «tutte quelle che non sono tornate a casa».
In concomitanza con la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne (25 novembre) e a breve distanza dall’atroce omicidio di Giulia Cecchettin, la street artist Laika ha varcato i confini per recarsi a Ciudad Juarez, Messico, tristemente nota per detenere il primato mondiale nel numero di femminicidi. Il suo obiettivo: creare l’opera VIVAS NOS QUEREMOS!.
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Solo negli ultimi trent’anni, a Juarez sono morte assassinate oltre 2300 donne. L’opera di Laika, densa di dettagli e richiami politici, raffigura una militante femminista con il volto coperto e il pugno alzato in segno di lotta, circondata da rose e da una croce rosa. Un tributo a Giulia Cecchettin e a “tutte coloro che a casa non sono tornate”.
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La maglietta della figura raffigurata porta la celebre frase Ni Una Mas della poetessa Susana Chavez, simbolo di lotta per le donne nel mondo. Il braccio della donna è ornato di tatuaggi omaggiando l’organizzazione Non Una di Meno e la casa delle donne Lucha y Siesta di Roma, minacciata di chiusura dalla Regione Lazio.
Il manifesto include il simbolo dell’associazione N_uestras Hijas de regreso a casa_, fondata a Ciudad Juarez, un appello delle madri di donne scomparse. In basso, la scritta VIVAS NOS QUEREMOS! grida la richiesta di vita.
Laika: “Essere qui è una dichiarazione di guerra contro la violenza machista”
“Essere a Ciudad Juarez rappresenta per me una dichiarazione di guerra contro la violenza machista, una piaga mondiale che deve essere estirpata”, dichiara Laika. “Il mio poster è un grido di lotta che esorta a combattere tutt* insieme, dall’Italia al Messico”.
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Il manifesto è stato affisso in calle Ignacio Mejia, nel cuore di Ciudad Juarez, vicino a una delle principali basi della La Linea, unità armata del Cartel de Juarez, noto per rapimenti e femminicidi. Un atto coraggioso, perchè si tratta di una zona molto pericolosa.
“Il poster gliel’ho messo in casa loro, ai Narcos, mentre guardavano. – afferma Laika – Devono ricordarsi sempre quello che sono: criminali assassini e violentatori”.
Una seconda copia del manifesto è stata affissa presso il Museo Regional Valle de Juarez, a San Agustin, in un blitz con Marisela Ortiz, attivista femminista in esilio negli USA, e Lluvia Rocha, coordinatrice del progetto Rostros de feminicidio. “Sono venuta qui, in questo luogo di morte, con tutti i rischi che comporta, per gridare al mondo: basta a questa strage, a questa violazione dei diritti umani. Bisogna ripartire dall’educazione per sradicare la violenza di genere. È una battaglia urgente”, conclude Laika.