SIAE e Soundreef plaudono alla sentenza emessa dalla Corte di Giustizia Europea in merito alla gestione del diritto d’autore.

A poche ore dalla sentenza emessa dalla Corte di Giustizia Europea, SIAE e Soundreef hanno comunicato il loro entusiasmo in merito a quanto deciso. Definita “rivoluzionaria”, la decisione apre, infatti, il mercato italiano della gestione del diritto d’autore alle Entità di Gestione Indipendenti a scopo di lucro. Entrambe le società plaudono questa vittoria a beneficio di autori, compositori ed editori che possono, così, scegliere da chi farsi rappresentare nel settore della gestione dei loro diritti.

Corte europea
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“Alla luce dell’odierna sentenza della Corte Europea sulla gestione collettiva del diritto d’autore, la SIAE si dichiara perfettamente in linea con la posizione espressa dal Sottosegretario Mazzi”. Così Salvatore Nastasi, Presidente della SIAE che aggiunge: “La pronuncia della Corte è un’opportunità per definire regole chiare che evitino possibili disparità tra gli attori coinvolti. Una chiara cornice normativa in cui operare a tutela di tutti i nostri autori, nessuno escluso, rappresenta senz’altro un vantaggio per la SIAE.

“È un intervento che ci viene chiesto dall’Europa. Ma soprattutto lo esige il comparto della creatività italiana, che può continuare a crescere solo se il diritto d’autore viene adeguatamente protetto, fuori e dentro i nostri confini”, conclude Nastasi.

La nota di Soundreef

Soddisfazione anche da parte di Soundreef che esprime gratitudine al team legale dello Studio Legale E-Lex, per il supporto nel raggiungere questa pietra miliare. Nella nota emessa si legge: “Con la sua sentenza, la Corte risponde che la normativa nazionale italiana di cui trattasi, nella misura in cui non consente alle entità di gestione indipendenti stabilite in un altro Stato membro di prestare in Italia i loro servizi di gestione dei diritti d’autore, costituisce una restrizione alla libera prestazione dei servizi”.

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“Sebbene tale restrizione possa in linea di principio essere giustificata dall’imperativo consistente nel tutelare i diritti di proprietà intellettuale, essa non è proporzionata poiché preclude in modo generale e assoluto a qualsiasi entità di gestione indipendente stabilita in un altro Stato membro di svolgere la sua attività nel mercato di cui trattasi. La Corte sottolinea che misure meno lesive della libera prestazione dei servizi consentirebbero di conseguire l’obiettivo perseguito. Di conseguenza, la Corte rileva che la normativa italiana contestata non è compatibile con il diritto dell’Unione

Questa decisione sottolinea l’importanza di un mercato liberalizzato che accoglie entità private, promuovendo l’innovazione e offrendo ai titolari dei diritti opzioni di gestione migliorate.

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