Mentre si attende di conoscere i dettagli della proposta di legge sullo sharenting, uno studio dimostra che dopo il caso Balocco gli influencer sono più consapevoli e attenti.

A giorni in Parlamento si discuterà di una proposta di legge per regolamentare l’utilizzo delle immagini e dei contenuti riguardanti i minori sui social. Il tema è scottante ed è stato affrontato già in altri paesi europei, in Francia ad esempio i social sono vietati fino ai 15 anni e ora si sta discutendo su una legge per limitare lo sharenting.

Cos’è lo sharenting? L’abitudine dei genitori di pubblicare sui social network immagini dei figli, diventato un tema fondamentale perchè uscito dall’ambito della vita privata ed arrivato in quello delle dinamiche economiche legate ai social: i contenuti con i minori, senza nessuna regolamentazione, vengono usati indiscriminatamente anche per la promozione commerciale (o come vettore di attrazione per il pubblico).

Non a caso in queste ultime ore si vedono molti bambini (anche famosi) di spalle sui social: c’è grande attesa per capire cosa e come cambierà. Una cosa è certa: dallo scandalo Balocco in poi il mondo dei social non sarà più lo stesso.

Scandalo Balocco: linee guida AGCOM e nuove consapevolezze

In un momento storico che ci ha reso spettatori di uno dei casi mediatici più importanti sul tema degli influencer e della trasparenza nelle loro comunicazioni, sono state introdotte nuove linee guida per tutelare i consumatori.

Certamente gli ultimi mesi sono infatti densi di cambiamento per chi dell’influencing ha fatto il proprio mestiere e ancora molte cose dovranno cambiare. Secondo Inflead, piattaforma di Influencer Marketing Intelligence, ora chi lavora sul web e con i social è molto più consapevole ed attento.

Influencer più consapevoli: emerge da uno studio

L’indagine condotta da Inflead ha preso in esame 1 milione di post pubblicati sui social da influencer italiani con oltre 100.000 follower, concentrandosi sull’analisi della conformità dei post sponsorizzati alle linee guida AGCOM. L’analisi ha considerato le cosiddette medie mobili* su 30 giorni, prendendo in esame due specifiche metriche dal 2022 ad oggi: il tasso di post sponsorizzati rispetto ai post organici (Adv rate) e la post compliance, ovvero l’indice di conformità alle regole AGCOM dei post degli influencer. Quest’ultima metrica misura il rapporto tra il numero di post sponsorizzati e le cosiddette brand mentions, ossia ogni post che menziona un brand, indipendentemente dalla natura del contenuto.

La prima considerazione ad emergere sulla base dei dati raccolti è che dopo il recente caso che ha coinvolto Chiara Ferragni e a seguito della politica più rigida applicata dall’AGCOM, i creator sembrano essere diventati negli ultimi mesi più consapevoli e attenti nella pubblicazione dei loro contenuti sponsorizzati. Secondo i dati di Inflead, a fronte di un tasso di post sponsorizzati aumentato in media del 4% nell’ultimo trimestre del 2023 rispetto all’anno precedente, si è assistito ad un incremento del 6% della post compliance.

Pandoro Gate, cosa è cambiato

Ad una maggiore frequenza di post sponsorizzati rispetto ai post organici, sintomo di una continua fiducia nel canale dell’influencer marketing, corrisponde una proporzionale frequenza di post aderenti alle indicazioni AGCOM, proprio a ridosso dello scandalo Pandoro Gate che ha coinvolto Chiara Ferragni e Balocco.

Il dato riferito ai primi mesi del 2024 è ancora più significativo. Se infatti il tasso di post sponsorizzati risulta stabile rispetto allo stesso periodo nel 2022 e 2023, la post compliance registra invece un considerevole aumento del 9%. 

Sembra proprio infatti che la combinazione di un evento mediatico di tale portata e un quadro normativo più stringente abbiano avuto un effetto positivo sulla trasparenza dei contenuti sponsorizzati. Oggi, i creator sono più propensi a rispettare le normative e a rendere i propri contenuti chiari e identificabili come tali. L’aumento dei post sponsorizzati a norma rappresenta un passo avanti significativo verso un ecosistema digitale più trasparente e affidabile. Questo trend positivo è un segnale incoraggiante per il futuro del marketing sui social media, ma soprattutto per la tutela dei consumatori.