Il successo del ‘Topolino’ italiano nel mondo e la sfida di essere sempre al passo coi tempi: intervista ad Andrea Freccero.

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Al Lucca Comics & Games 2022 incontriamo Andrea Freccero, storico disegnatore Disney e Art Director di Topolino. Di base, un lavoro che consiste «nella supervisione artistica di tutte le testate Disney Panini, ma nasco come disegnatore nei primi anni ’90».

«La strada è stata lunga – ci dice Andrea – e, nell’ultimo periodo, mi occupo del materiale grafico delle varie testate, dai fumetti alle illustrazioni».

Un’occasione ghiottissima per noi per parlare di Topolino e delle pubblicazioni di Panini legate alla Disney. Dal successo della matrice italiana all’esportazione in tutto il mondo.

«Il fumetto Disney italiano viene esportato in tutto il mondo. – ci dice infatti Freccero – Abbiamo un’enorme produzione di tavole a fumetti che interpretiamo con uno stile molto diverso da quello della matrice americana. Lo facciamo ormai da tanti anni. E considerate che Topolino è l’unico settimanale al mondo che ha un’uscita con almeno quattro storie inedite. È una mole produttiva importante che viene apprezzata in tutto il mondo».

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Andrea Freccero, Topolino e la necessità di stare al passo con i tempi

Un’eccellenza tutta italiana, dunque, che presenta anche stimolanti sfide.

«La nostra sfida di tutti i giorni è cercare di avere un immaginario al passo con i tempi. – dice Freccero – La matrice disneyana è storica, ma cerchiamo di evolverla e renderla riconoscibile a lettori dei giorni nostri. La fascia di lettori è estremamente varia, si va dal bambino al nonno. Ho dedicato un disegno a una signora di più di 100 anni, una fedele lettrice. Sono lettori esigenti».

Anche per questo – continua l’Art Director – è importante «cercare una grammatica attuale e la raffigurazione delle architetture di oggi».

«Chi apre Topolino deve immediatamente riconoscere il proprio quartiere o una città newyorkese. – conclude – Siamo avvantaggiati dagli strumenti di oggi, come internet e Google Maps. È semplice calarsi virtualmente in Manhattan e raccontare una realtà che non abbiamo a portata di mano tutti i giorni».